Blitz della Finanza alla Rai per le spese della Maggioni

Indagine sui viaggi della presidente di Viale Mazzini per promuovere il suo libro. L'ipotesi: abuso e peculato

Monica Maggioni a un convegno a Borgo La Bagnaia (Siena)
Monica Maggioni a un convegno a Borgo La Bagnaia (Siena)

La Rai assicura di aver dato la massima collaborazione agli investigatori delle Fiamme Gialle e ha cercato di minimizzare l'accaduto. Ma certo fa effetto sapere che ieri la Finanza, tra lo stupore generale, è entrata nella sede Rai di viale Mazzini a caccia di documenti sulla presidente della tv di Stato, Monica Maggioni. E nella stessa giornata, chissà se solo per una coincidenza, è saltata la prevista seduta in Commissione di vigilanza della Camera.

È stata la Procura di Roma a disporre l'acquisizione delle carte che hanno a che fare con le spese di viaggio sostenute dalla Maggioni quando era direttore di RaiNews 24 per promuovere il suo libro Terrore mediatico e di documenti relativi ad alcuni affidamenti diretti, senza gara, di servizi di supporto redazionale per le piattaforme nuovi media.

Nell'inchiesta, avviata in seguito ad un esposto presentato da Riccardo Laganà, in qualità di presidente dell'associazione «Rai bene comune», si ipotizzano i reati di peculato e abuso d'ufficio e i presunti illeciti sarebbero stati commessi dal 2013 al 2015. I finanzieri hanno portato via fogli di viaggio e note spese relative alle trasferte della Maggioni, ma anche la relazione già fornita su questa stessa vicenda dalla Rai all'Autorità anticorruzione. Come mai l'allora direttore di RaiNews girava l'Italia per promuovere il suo libro a spese di viale Mazzini? L'azienda aveva già spiegato, rispondendo al martellamento grillino partito da un'interrogazione di Mirella Liuzzi, membro M5s della commissione di vigilanza, e lo ha fatto nuovamente ieri giustificando il dettaglio delle trasferte della Maggioni, nessuna delle quali nel periodo della sua presidenza. Quegli otto incontri pubblici per le cui spese sarebbe stata rimborsata, a detta di viale Mazzini erano in linea con l'incarico ricoperto, nella misura in cui si trattavano temi, come quello dell'uso dei media da parte dei terroristi dell'Isis, coerenti con il mandato editoriale assegnato. Presentando il proprio volume, in pratica, la Maggioni avrebbe valorizzato l'immagine dell'azienda.

Una risposta che allora non aveva convinto la Liuzzi, pronta ora a rivendicare la fondatezza dei suoi dubbi. «La visita in Rai della Finanza ha dimostrato che c'erano aspetti opachi nei rimborsi ricevuti», ha commentato l'esponente pentastellata, provocando l'immediata reazione del capogruppo Pd in Commissione Vigilanza Rai, Vinicio Peluffo, che l'ha accusata di «fare campagna elettorale a discapito di una grande azienda culturale a sulla pelle delle persone». Riccardo Laganà, dal cui esposto è partito tutto, ci tiene però a sottolineare che la sua associazione «è distante dalle dinamiche politiche» ed interessata solo alla «corretta e trasparente gestione aziendale a tutela del cittadino che paga in canone, senza alcun accanimento contro la Maggioni». Adesso spetta ai pm chiarire se i soldi pubblici sono stati utilizzati indebitamente. Questo, ma non solo. Nella sua denuncia, infatti, il presidente di «Rai bene comune» chiedeva anche di capire se «il compenso della Maggioni in qualità di direttore di RaiNews fosse andato a sommarsi a quello percepito in qualità di presidente». Ma sotto la lente di ingrandimento della Procura, Laganà ha fatto finire anche l'affidamento diretto dei servizi per l'informatizzazione del canale, chiedendo di indagare sul criterio seguito per affidare ad alcune ditte piuttosto che ad altre la realizzazione di servizi web per il sito.

Rimane da segnalare il fatto che il libro della Maggioni è edito da Laterza, che nulla ha a che fare con la tv di Stato, mentre anche Bruno Vespa, spesso nel mirino per i suoi compensi, i libri che scrive li pubblica con Rai Eri, il marchio con cui viale Mazzini svolge la sua attività editoriale.

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