Il decreto Sostegno conterrà anche il prolungamento (quasi sicuramente fino a fine giugno) del blocco dei licenziamenti. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nell'audizione in Parlamento sulle linee guida del suo dicastero ha specificato che «le imprese coperte dalla Cig avranno un termine definito», probabilmente il 30 giugno. «Le più piccole, che oggi ricevono la cassa in deroga, saranno protette più a lungo, fino a quando non saranno agganciate alla riforma degli ammortizzatori sociali», ha aggiunto il ministro. L'indeterminatezza sulla fine del blocco potrebbe anche far presagire che nel 2021 potrebbe non cambiare nulla.
«Evitiamo di trattare situazioni diverse con strumenti uguali», ha proseguito Orlando ribadendo che «la crisi prosegue e non consente di abbandonare gli aiuti messi sin qui in campo, anche se dovremo calibrare meglio gli interventi». La cassa-Covid è «da riformare e semplificare» così come le indennità. Il problema finanziario non è di poco conto perché, al momento, è già chiaro che i 32 miliardi di scostamento di bilancio non saranno sufficienti a coprire ristori e cassa integrazione al tempo stesso, considerato che quest'ultima nella versione del governo Conte-bis impegnava già oltre 10 miliardi di euro includendo anche le varie forme di ammortizzatori. Le richieste delle due anime della maggioranza (quella di centrodestra e quella di sinistra) stanno già facendo lievitare il conto oltre i 40 miliardi e un nuovo scostamento sembra sempre più necessario. Anche perché poco è trapelato sulla riscrittura del Piano nazionale di ripresa e resilienza per l'utilizzo dei fondi di Next Generation Eu ai quali Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri pensavano di attingere oltre 12,5 miliardi in quest'ottica.
«Come Lega chiediamo la proroga degli ammortizzatori fino alla fine dell'anno perché in una situazione del genere si deve dare un orizzonte più ampio alle aziende», ha precisato il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, sottolineando la necessità di sbloccare i contratti a termine.
«Dopo questa fase di emergenza bisognerà dare più flessibilità: la regola numero uno per potere ripartire è maggiore flessibilità sui contratti, non si può rimanere stretti nelle maglie del dl Dignità sulle causali», ha aggiunto.
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