"Confindustria si batte fin dal 2010 per superare il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V della Costituzione. Con soddisfazione, oggi, vediamo che questo traguardo è a portata di mano". Nel suo primo intervento ufficiale da presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia si schiera apertamente con Matteo Renzi e a favore del sì nel referendum sulle riforme costituzionali di ottobre. Ma, assicura, "la nostra posizione e le conseguenti azioni sul referendum verranno decise nel Consiglio generale convocato per il 23 giugno".
Ma l'appoggio spazia anche su altri temi, come ad esempio l'Europa che oggi "ci appare fredda, astratta, capace soltanto di imporre sacrifici e rigore". E contro la chiusura delle frontiere: "Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze alla costruzione di muri, che siano fatti di filo spinato o di posti di blocco, che siano tra Serbia e Ungheria o tra Austria e Italia. Chiudere il Brennero è come bloccare un'arteria: causerebbe un infarto". E rimarca "Poco meno di trent'anni fa noi in Europa i muri li abbattevamo".
Mentre ai sindacati dice: "Con i profitti al minimo storico, lo scambio salario-produttività è l'unico praticabile. Crediamo che la contrattazione aziendale sia la sede dove realizzarlo. Non vogliamo giocare al ribasso. Il contratto nazionale resta per definire le tutele fondamentali del lavoro".
Contemporaneamente, però, Boccia smonta gli ottimismi del governo sulla crescita e sostiene che sia ancora troppo presto per esultare. "La nostra economia è senza dubbio ripartita. ma non è in ripresa". "È una risalita modesta, deludente, che non ci porterà in tempo brevi ai livelli pre-recessione", avverte nel suo intervento all'assemblea di Confindustria, "Le conseguenze della doppia caduta della domanda e delle attività produttive sono ancora molto profonde. Dobbiamo attrezzarci al nuovo paradigma economico. Dobbiamo costruire un capitalismo moderno fatto di mercato, apertura ai capitali, investimento nell'industria del futuro. Non partiamo da zero".
E soprattutto, sostiene, la crescita deve diventare "un'ossessione": "L'industria del futuro richiede dimensioni adeguate", ha spiegato Boccia, "Piccolo non è bello in sé, ma è solo una fase della vita dell'impresa, si nasce piccoli e poi di diventa grandi. Prima di chiedere agli altri, dobbiamo iniziare ad indicare ciò che spetta a noi, innovare i modelli di governance e di finanziamento, diventando meno bancocentrici".
Per questo il governo dovrebbe, secondo il leader degli industriali, "spostare il
carico fiscale alleggerendo quello sul lavoro e sulle imprese e aumentando quello sulle cose" e "abbattere le aliquote" con le risorse derivanti dalla "revisione degli sconti fiscali" e dalla lotta all'evasione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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