Bodyguard picchiatore Ora Macron lo licenzia

Bodyguard picchiatore Ora Macron lo licenzia

Fermato, interrogato e scaricato dal suo datore di lavoro Emmanuel Macron. Il presidente francese bolla come «violento» Alexandre Benalla, avviando la «procedura di licenziamento» per l'uomo che lo ha difeso fisicamente durante la campagna presidenziale, poi piazzato all'Eliseo con un proprio ufficio. A lui, appena 26enne, noto per i metodi sbrigativi con cui si era rivolto a giornalisti e fotografi in passato, Macron aveva però concesso privilegi che neppure un commissario di polizia ha mai vantato in Francia. A partire dall'autista e dal mezzo in dotazione: una Renault con dispositivi di ultima generazione affidata di solito a 007 o autorità certificate.

Né poliziotto, né gendarme, Benalla viveva inoltre nel lusso in una delle più prestigiose dépendence presidenziali nel VII Arrondissement. Nella palazzina dove François Mitterand nascondeva Anne Pingeot e figlia. Ma ciò che stupisce e fa infuriare cittadini e sindacati di polizia, è che fino a ieri il 26enne picchiatore era considerato un «angelo» dal presidente, prima che Le Monde tirasse fuori il video che lo ritrae, il 1 maggio, mentre indossa l'elmetto delle forze di polizia e picchia una giovane donna e un altro manifestante. Da ieri Benalla è anche in stato di fermo e con un'indagine preliminare a suo carico per «violenze da parte di persona incaricata di una missione di servizio pubblico».

La polemica, a Parigi, è esplosa: perché i poliziotti non l'hanno fermato? Perché la violenza con cui ha agito da protagonista è stata silenziata dall'Eliseo? Domande che virano sulla presidenza della Repubblica e sul ministro dell'Interno Gérard Collomb, venuto a conoscenza dei fatti del 1 maggio dopo 24 ore. «Tutto risolto con una sospensione di 15 giorni, mi avevano detto dall'Eliseo», si difende Collomb per non aver chiesto un approfondimento. Il Senato annuncia di voler istituire una commissione d'inchiesta di sei mesi. Troppi gli interrogativi. A partire dai privilegi accordati a Benalla.

Troppe domande rispetto ai fatti: perché la polizia (quella vera) il 1 maggio non è intervenuta per fermare il violento Benalla? E soprattutto: come mai dalla prefettura ieri sono stati sospesi tre agenti, accusati di aver fornito a Benalla le immagini delle videosorveglianza di quei momenti concitati? L'affaire potrebbe estenders all'intero apparato di sicurezza. Con lui, già un altro indagato.

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