"Non si regola per decreto". Così la Boldrini smentisce se stessa

L'ex presidente della Camera oggi critica l'introduzione con decreto del reato contro i reave party. Ma quando il governo Letta fece lo stesso per introdurre le aggravanti per femminicidio era contenta

"Non si regola per decreto". Così la Boldrini smentisce se stessa

Per Laura Boldrini la materia penale non si regola per decreto. Lo ha scritto in un un tweet relativo al decreto con cui il Consiglio dei Ministri, guidato dal presidente Meloni, ha introdotto il nuovo decreto per punire gli organizzatori di rave party. “Una norma contro l'invasione degli spazi pubblici e privati c'è già - ha scritto - il nuovo reato può colpire chiunque organizza manifestazioni e proteste e la materia penale non si regola per decreto”.

Eppure anche il femminicidio, tanto caro all’onorevole Boldrini, è stato introdotto per decreto. Nel 2013, quando lei era presidente della Camera. E per quel decreto, che per difendere le donne vittime di violenza introduceva nuove aggravanti al codice penale, lei si spese molto. Tant'è che, con la contrarietà del Movimento 5 stelle e del vice presidente Luigi Di Maio, la Boldrini convocò la Camera durante le ferie il 20 agosto per farlo calendarizzare. Il decreto, che oltre alle norme per contrastare il femminicidio conteneva anche disposizioni in materia di ordine pubblico, Protezione Civile e gestione delle Province, venne così emanato dal consiglio dei ministri allora guidato da Enrico Letta.

In quell'occasione la Boldrini scrisse: “Ha fatto bene il governo, con il decreto approvato oggi in consiglio dei Ministri, ad affrontare il tema del femminicidio, della violenza contro le donne e dello stalking. Così come è importante essersi occupati del problema del cyberbullismo, che riguarda specialmente gli adolescenti e il loro rapporto con il web. E' altrettanto apprezzabile che nel decreto odierno ci siano misure rivolte agli stranieri che subiscono violenza. Il decreto è il segno dell'attenzione crescente su questi temi”.

Quel decreto, che introduceva aumenti di pene, arresti immediati e

giudizio direttissimo, interveniva proprio nella materia penale per decreto. Esattamente ciò che oggi la Boldrini scrive che non si dovrebbe fare. Ma che per il femminicidio evidentemente le andava bene.

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