Avrebbe dovuto essere un intervento sulla pace, almeno sulla carta. Ma ha scatenato pesantissime polemiche nelle stanze della politica tra chi considera Ahmed al Tayyeb un pericoloso antisemita e chi invece ritiene sia il portavoce dell'islam moderato, interlocutore imprescindibile per combattere il terrore dello Stato Islamico. E, a pochi giorni dalla lectio magistralis avrebbe dovuto tenere alla Camera, l'imam di Al Azhar preferisce rinviare il viaggio in Italia.
Su richiesta della commissione Esteri della Camera, la presidente della Camera Laura Boldrini aveva invitato il leader del più importante centro teologico sunnita del mondo a parlare il prossimo 21 ottobre alla Sala della Regina di Montecitorio sul tema Islam, religione di pace. Dopo le perplessità espresse giovedì dal presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, secondo alcune fonti, la comunità ebraica ha segnalato direttamente alla Boldrini la figura e il pensiero dell’imam "in modo di consentire alle istituzioni un’esatta valutazione della vicenda in questione". Ma la presidenza della Camera è andata avanti a difendere l'imam antisemita a oltranza finché non è stato lo stesso Ahmed al Tayyeb a fare un passo indietro rinviando il viaggio in Italia.
La miccia sulla lectio magistralis è stata accesa da un articolo del Foglio che accusava il teologo e filosofo egiziano di aver "invocato più volte la distruzione di Israele". Un’accusa involontariamente cementata oggi dallo stesso imam che, in un’intervista alla tivù egiziana, ha invocato "l’unità del mondo arabo e musulmano contro il comune nemico sionista". La levata di scudi è biupartisan. "Le parole dell’imam di Al Azhar - ha commentato il piddì Emanuele Fiano - sono di un tenore tale che andrebbe revocato il suo invito al parlamento italiano". Per l’azzurro Maurizio Gasparri la scelta di invitare Tayyeb è "a dir poco irresponsabile". "La Boldrini a casa sua può fare quello che le pare - ha attaccato il senatore di Forza Italia - ma non si usi il Parlamento italiano per esaltare il furore ideologico e antisemita scrivendo una pagina ignobile della storia delle nostre istituzioni. Mi auguro che almeno il presidente Grasso sappia difendere il ruolo del parlamento". Il presidente del Senato è stato tirato in ballo anche dai senatori Luigi Compagna (Ncd), Mario Ferrara (Gal) e Lucio Malan (Fi) che, in una lettera, hanno chiesto il suo intervento nei confronti di "un fiero militante del più fiero antisemitismo".
Feroce antisemita o simbolo dell’islam moderato contro la barbarie dell’Isis? In passato l’imam, alla guida della più prestigiosa istituzione sunnita che tra i suoi compiti si prefigge "una formazione religiosa per l’islam moderato", si è distinto per una durissima condanna nei confronti dei tagliagole dello Stato islamico. A giugno, parlando alla Camera dei Lord britannica definì "ingiusto e inaccettabile giudicare le religioni dalle azioni di alcuni estremisti".
Per l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis (Comunità religiosa islamica italiana) e direttore per il Dialogo Interreligioso della Moschea di Roma, è "una delle voci tra le più qualificate del mondo sunnita e rappresenta un’istituzione millenaria". Ma il problema resta: è possibile dialogare con un imam che professa la distruzione di Israle?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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