Bollette, decisi gli aiuti. Ma su cartelle e fisco è scontro in maggioranza

Nessuno slittamento per la rottamazione ter. Il Pd avverte: "Con modifiche valuteremo"

Bollette, decisi gli aiuti. Ma su cartelle e fisco è scontro in maggioranza

Come annunciato lunedì, il governo ha destinato 3,8 miliardi per il taglio delle bollette. Una misura, questa, che entra subito in vigore mentre per altri interventi, chiesti dai partiti che compongono la maggioranza di governo, sarà necessario ricorrere a emendamenti da presentare nella legge di Bilancio, ora al vaglio delle commissioni di Palazzo Madama. All'uscita del Consiglio dei ministri, il responsabile dell'Economia, Daniele Franco, ha infatti confermato lo stanziamento di 3,8 miliardi. Fondi questi chiamati a coprire almeno il primo trimestre del prossimo anno. Nel dettaglio, ci saranno 1,8 miliardi destinati all'azzeramento degli oneri di sistema per i consumatori domestici, seicento milioni andranno per limitare l'Iva sul gas al 5% per tutti gli utenti, altri 500 milioni per l'azzeramento degli oneri di sistema che pesano sulle bollette del gas, mentre 900 milioni saranno destinati ad annullare l'aumento per le utenze domestiche di famiglie che hanno un Isee non superiore a 8.264 mila euro o famiglie numerose o per le persone fragili. Franco avrebbe avanzato pure l'idea di una rateizzazione delle bollette per le imprese in affanno a causa dei pesanti rincari.

Era previsto poi per oggi l'approdo in commissione al Senato dell'emendamento sul fisco dedicato alle cartelle esattoriali sulle quali da tempo il centrodestra, e segnatamente Forza Italia, chiede un intervento al governo. Scadevano ieri, d'altronde, i termini per il versamento delle rate non versate relative ai debiti derivanti dalla rottamazione ter e dal saldo e stralcio delle cartelle. «Una possibilità che è stata utilizzata da pochi - conferma la Cna -, perché l'obbligo di versare in un'unica soluzione ciò che non si è riusciti a versare a rate, costituisce una missione impossibile»

È ancora di là da venire la pace fiscale. Ci sono infatti seri problemi di copertura per allungare i tempi per la rottamazione delle cartelle. Perché - come spiegano fonti di Palazzo Chigi - rinviando i pagamenti del 2021 all'anno seguente crea problemi di copertura (circa 1,5 miliardi di euro).

Non riuscendo il governo a modificare la situazione, Forza Italia ha chiesto e ottenuto che nella legge di Bilancio passi un emendamento che faccia slittare di sei mesi invce i pagamenti che saranno dovuti a partire dal 1º gennaio 2022.

Se questo compromesso è stato apprezzato da Forza Italia, accoglienza affatto differente ha avuto tra i dem. Il vicecapogruppo in Senato, Alan Ferrari, annuncia come contromossa la possibile presentazione di un sub-emendamento alla norma di materia fiscale contenuta nella bozza della legge di Bilancio. «C'è un accordo complessivo sugli otto miliardi di taglio fiscale - ricorda Ferrari - che prevedeva che le cartelle non venissero toccate». Il senatore dem ricorda poi che era già stata respinta la proposta avanzata dallo stesso Draghi per il congelamento per due anni del taglio Irpef sopra i 75mila euro.

Una proposta che invece il Partito democratico aveva salutato come utile. Un cambio in corsa che non può essere accettato senza conseguenze, fa sapere Ferrari che aggiunge: «Se il governo presenta la modifica faremo le nostre valutazioni».

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