Li chiamano corridoi umanitari, ma in realtà sono percorsi che portano al massacro. I russi continuano a non rispettarli e ieri a Mariupol, circondata ma non conquistata, e Zaporizhzhia si è consumata l'ennesima carneficina con bombardamenti nel corso della giornata. Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba parla di «crimini di guerra» e i rallentamenti dell'evacuazione per via delle bombe sono stati segnalati anche dal personale della Croce Rossa Internazionale, che ha tentato una mediazione, convincendo Mosca a riaprire i percorsi oggi alle 9.30. Proprio da Mariupol è arrivata la notizia di una bambina di 6 anni, Sofia, morta per disidratazione. La tragedia è stata ricordata dal presidente Zelensky nel discorso in video collegamento in diretta trasmesso ai deputati della Camera dei Comuni britannica. Da giorni nella regione del Donetsk i russi hanno interrotto le forniture di luce, acqua e gas. A Vorzel, Bucha, Gostomel, Zabuchcha e Mykhailivka-Rubezhivka le truppe russe non consentono alle persone di lasciare le case. A Priirpin ci sono cadaveri negli scantinati e nelle strade, ma la Croce Rossa non riesce ad avvicinarsi. Solo Sumy è riuscita a tenere aperto il corridoio.
La guerra sta generando una crisi di rifugiati mai vista. Le vittime sono soprattutto i minori. James Elder, portavoce di Unicef, alla Cnn parla di un milione di bambini scappati in due settimane. Sono dati che fanno rabbrividire». La commissaria per i diritti umani, Lyudmila Denisova, ha aggiunto che sono 41 i bambini morti dall'inizio dell'invasione, 76 quelli feriti. Intanto la famosa fase 2 del conflitto, annunciata dall'intelligence di Kiev, è stata ieri confermata da Oleksiy Arestovych, il consigliere per le azioni militari del presidente Zelensky. Lo scenario disegnato è inquietante. Arestovych è convinto che Mosca bombarderà a tappeto Kiev (i russi sono ancora a 60 km dalla capitale), Kharkiv, Chernihiv, Sumy, Mariupol, Mykolayiv, tagliando l'accesso ai confini amministrativi delle regioni di Lugansk e Donetsk. Putin si affiderà ai Sukhoi 24 Fencer e ai Sukhoi 30, caccia che volano a 4mila metri d'altezza e che possono eludere la portata dei missili terra-aria Stinger. Senza dimenticare che entrambi sono in grado di sganciare bombe termobariche e testate incendiarie. Parte dei velivoli russi partirà dalle basi bielorusse di Baranovichi, Lida e Machulishchy, ma al momento Minsk non ha confermato il coinvolgimento diretto. «Le unità bielorusse sono state trasferite a un livello più alto di prontezza al combattimento, ma le condizioni morali e psicologiche del personale sono estremamente basse», fa notare Arestovych.
Nel Mar d'Azov non ci sono ancora significative azioni attive dell'esercito russo. Tuttavia è fondata la possibilità di attacchi missilistici su strutture statali e militari da parte delle navi della flotta del Mar Nero e della flottiglia del Caspio. Ieri sera l'Ucraina ha conosciuto un primo assaggio, neutralizzando alcuni missili esplosi dalle navi. Un razzo però ha colpito la motovedetta Slavyansk, e al momento risultano 5 dispersi. In attesa della possibile pioggia di fuoco, l'Ucraina ha richiamato in patria le truppe attualmente impiegate nelle missioni internazionali, ma si trova a fare i conti con il 13° giorno di bombardamenti. Sono 18 i civili rimasti uccisi nell'attacco aereo che ha colpito Sumy, nel Nord-Est. Tra le vittime, anche due bambini. L'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha denunciato il danneggiamento di un impianto di ricerca nucleare a Kharkiv. I danni non hanno per fortuna provocato la diffusione di materiale radiologico pericoloso. A Izyum, sempre nella regione di Kharkiv, dove sono in corso aspri combattimenti, le truppe russe hanno distrutto l'ospedale della città. Nel pomeriggio le sirene hanno iniziato a suonare a Vinnytsia, Kalinovka, Pyriatyn e Zhytomyr, poco dopo bombardate. Nella regione di Chernihiv, le mine anti-carro disseminate sulle strade, hanno provocato l'uccisione di 3 civili.
I servizi segreti russi starebbero ricorrendo a gruppi di infiltrati per intimidire e diffondere il terrore tra i civili, in modo da schiacciare la resistenza. I comandi militari di Kiev spiegano che nelle regioni di Kherson e Mykolayiv vengono utilizzate unità di lotta psicologica per influenzare la popolazione.
Nelle località di Oleshok e Gola Pristan (vicino a Kherson), i residenti degli insediamenti in mano ai russi sono tuttavia scesi in strada organizzando proteste. La resistenza tenta l'impossibile e dai dati del Pentagono, Mosca avrebbe perso tra i 2mila e i 4mila uomini.
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