Ha poco da festeggiare il Partito socialdemocratico tedesco (Spd) per la vittoria alle elezioni legislative in Brandeburgo del 22 settembre. Nonostante la netta rimonta dal 19% nei sondaggi di luglio, la Spd ha vinto di un margine minimo sull'estrema destra di Alternativa per la Germania (Afd), data per favorita: il 30,9% contro il 29,2%. Al di là delle cifre, è il dato politico che conta. Il voto è un ulteriore segnale della fronda montante nella Spd contro il cancelliere Olaf Scholz, esponente dello stesso partito, e degli equilibri sempre più fragili su cui si regge il governo federale. Allo stesso tempo, le elezioni nel Land dell'est evidenziano la polarizzazione crescente in Germania, che Afd alimenta e cavalca. L'estrema destra persegue un'abile strategia dove la presa del potere è soltanto apparentemente il traguardo. L'obiettivo è costringere gli avversari all'ingovernabilità: disordine e instabilità diventano strumenti di mobilitazione del consenso.
«Auguriamoci la crisi come occasione da sfruttare», ha affermato l'ideologo dell'estrema destra tedesca Götz Kubitschek. Per questo Afd ha vinto alle elezioni legislative tenute a settembre in Germania est, suo principale bacino di consenso. In Turingia, dove pure è arrivato primo, Sassonia e Brandeburgo dove si è classificato secondo, il partito non riuscirà ad andare al governo per il rifiuto degli avversari. Tuttavia, Afd costringe gli altri partiti a formare esecutivi di minoranza o alleanze difficili. Inoltre, sia in Turingia sia in Brandeburgo, l'estrema destra potrà sfruttare la minoranza di blocco raggiunta in Parlamento. Caos o ammucchiate, con Afd arbitra della situazione. E questo nonostante le sue posizioni estreme, per le quali è da anni sotto osservazione dei servizi segreti. Sull'ultimo episodio indaga proprio la procura del Brandeburgo. Durante la festa post-elettorale a Potsdam è stato suonato un brano il cui testo recitava: «Adesso li deportiamo, li deportiamo tutti». Un video mostra che i versi sono stati intonati dalla leader dell'area giovanile dell'Afd del Land, Anna Leisten, mentre altri militanti esibivano il cartello: «Deportiamoli a milioni». L'esponente dei Verdi Volker Beck ha sporto denuncia contro il partito per incitazione all'odio.
Intanto, si mette male per il governo federale, la cui debolezza causata dalle divisioni interne è aggravata dall'esito del voto in Brandeburgo. Nello Stato dell'est, il primo ministro uscente Dietmar Woidke della Spd ha vinto anche perché ha escluso Scholz, suo compagno di partito, dalla campagna elettorale. Una mossa spregiudicata volta a evitare che, come a livello federale, la Spd fosse trascinata a fondo dall'arroganza del cancelliere il cui collegio elettorale per il Bundestag è a Potsdam, capoluogo del Brandeburgo. Scholz è rimasto impermeabile a questa dimostrazione dell'insoddisfazione che tanti socialdemocratici provano nei suoi confronti. «Super, me lo sentivo»: con la consueta freddezza, il cancelliere al teflon ha commentato la vittoria strappata dalla Spd ad Afd in Brandeburgo.
Mentre Scholz tira dritto, i suoi alleati di governo Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp) guardano con amarezza all'esito del voto nel Land. Entrambi non hanno superato lo sbarramento del 5%, con gli ecologisti al 4,1% e la Fdp allo 0,8%. Il presidente dei liberaldemocratici, il ministro delle Finanze Christian Lindner, ha reagito con un ultimatum ai partner nell'esecutivo: assumere decisioni coraggiose su immigrazione, crescita e bilancio stabile entro il 21 dicembre.
Sui risultati, la Fdp misurerà la tenuta della coalizione con Spd e Verdi. È l'avvertimento di una possibile crisi di governo, quella «opportunità da sfruttare» evocata da Kubitschek che Afd attende mentre rivendica la vittoria morale in Brandeburgo.
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