Si è salvato in corner il Partito socialdemocratico tedesco (Spd) del cancelliere Olaf Scholz alle elezioni legislative tenute ieri in Brandeburgo. Data dai sondaggi perdente di pochi punti con la vittoria degli estremisti di destra di Alternativa per la Germania (AfD), la Spd è invece arrivata prima al 31,3%. AfD si è attestata al 29,5%, seguita dalla sinistra populista dell'Alleanza Sahra Wagenknecht (Bsw) al 12,4% e dai popolari dell'Unione cristiano-democratica (Cdu) all'11,9%. Sotto la soglia di sbarramento del 5% per l'accesso in parlamento, si sono fermati i Verdi al 4,6% e i post-comunisti di La Sinistra si sono arenati al 3,5%.
È una vittoria del primo ministro uscente, il socialdemocratico Dietmar Woidke, dal 2019 alla guida di un esecutivo formato da Spd, Cdu e Verdi. Woidke è stato premiato per la sua guida, che ha garantito al Brandeburgo una crescita del 2,1% nel 2023, mentre l'intera Germania registrava una contrazione del Pil dello 0,3%. Motori di questo sviluppo, tra gli altri, le energie rinnovabili e l'impianto aperto da Tesla a Grünheide. Sul piano politico, Woidke ha vinto per un'abile strategia elettorale articolata su due direttrici: da un lato, contrastare AfD e il pericolo che rappresenta sia per la coesione sociale sia per l'economia del Brandeburgo, dall'altro dissociarsi da Scholz, la cui impopolarità sta trascinando a fondo la Spd e il governo federale. Woidke ha, infatti, vietato a Scholz di partecipare alla sua campagna elettorale sebbene il cancelliere abbia a Potsdam, capoluogo del Land, il suo seggio elettorale per il Bundestag. A sostenere Woidke, infine, i tanti elettori di altri partiti che hanno votato per la Spd non per il suo programma, ma per fermare quella che appariva come l'irresistibile ascesa di AfD.
L'estrema destra continua a mietere consensi nell'Est, cuore nero della Germania, ma in Brandeburgo non ha vinto. Nonostante la difesa dell'identità nazionale e regionale, arrivata alla nostalgia per la dittatura comunista della Repubblica democratica tedesca (Ddr), AfD non ha convinto. Tra i fattori della mancata vittoria, l'ostilità del partito alla fabbrica di Tesla a Grünheide, sebbene Elon Musk, amministratore delegato dell'azienda, riscuota ammirazione per le sue posizioni politiche tra i sostenitori di AfD. Il partito è stato sconfitto anche per aver candidato a primo ministro del Brandeburgo Hans-Christoph Berndt, un estremista di destra che ha definito la remigrazione «una promessa». «L'Est è blu. Siamo noi i veri vincitori», ha detto la co-leader di AfD, Alice Weidel. Tuttavia, il voto nel Land dell'Est più di una bocciatura di AfD è un segnale per Scholz. La freddezza del cancelliere, che rasenta l'arroganza, grava sul suo governo e sulla stabilità della Germania. Il capo dell'esecutivo federale vuole ricandidarsi nell'incarico alle elezioni del Bundestag, in programma a settembre 2025, e si dice sicuro di vincere.
Intanto, nella Spd, montano le voci di quanti chiedono al cancelliere di rinunciare alle sue ambizioni per il bene del partito, ma Scholz tira dritto come un robot, uno «Scholzomat». Ora, la vittoria di Woidke in Brandeburgo potrebbe rafforzare la fronda socialdemocratica e portare Scholz a compiere l'atteso passo indietro.
In rampa di lancio per sostituire il cancelliere è il ministro della Difesa Boris Pistorius, il politico più amato di Germania, che però ha più volte evidenziato la sua lealtà al compagno di partito. Se Scholz si è salvato da AfD, non è detto che venga risparmiato dai socialdemocratici.
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