Il Brasile spegne X, la vendetta di Musk: "Da oggi pubblicheremo i reati del giudice"

La decisione del togato Moraes nasconde motivi politici, Lula in guerra con il magnate: "È ricco ma deve rispettare le leggi"

Il Brasile spegne X, la vendetta di Musk: "Da oggi pubblicheremo i reati del giudice"
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Nell'indifferenza dell'Occidente il Brasile scivola sempre di più verso una deriva illiberale testimoniata dalla decisione della Corte Suprema brasiliana di chiudere il social network X. La misura arriva dopo uno scontro che va avanti da mesi tra Elon Musk e il Presidente del Brasile Lula con una ricaduta che va ben oltre i confini brasiliani e riguarda il dibattito ormai centrale sul rispetto della libertà di parola.

Il risultato è che dalla mezzanotte di venerdì i brasiliani non possono più accedere al social network dopo che Alexandre de Moraes, magistrato della Corte Suprema Federale (Stf), ne ha ordinato lo stop. Formalmente la decisione è arrivata dopo che Musk non ha nominato un rappresentante legale in Brasile ma in realtà da tempo è in corso una battaglia tra il patron di X e il governo brasiliano. Tutto è iniziato un anno fa con la richiesta della giustizia brasiliana di sospendere alcuni account appartenenti a sostenitori dell'ex presidente Jair Bolsonaro che hanno appoggiato le proteste dopo la vittoria alle elezioni di Lula culminate con l'assalto ai palazzi del potere a Brasilia. Musk si è rifiutato di acconsentire alla richiesta appellandosi alla libertà di espressione e avviando una guerra a colpi di tweet contro il magistrato.

Alla notizia della chiusura di X Musk ha accolto la decisione con parole dure: «La libertà di parola è il fondamento della democrazia, ma in Brasile uno pseudo giudice non eletto la sta distruggendo per motivi politici» aggiungendo «tutti si devono svegliare. Sì, questo potrebbe accadere anche qui», riferendosi agli Stati Uniti.

Poche ore dopo ha alzato il tiro sostenendo che inizierà a pubblicare la «lunga lista dei crimini» commessi dal giudice Alexandre de Moraes insieme all'elenco delle «leggi brasiliane che ha infranto» con la sua sentenza definendo Moraes «un dittatore e un impostore». Dal canto suo il presidente Lula ha difeso la decisione della Corte suprema affermando «chi opera in Brasile deve sottostare alle nostre leggi. Io non so chi si crede di essere questo signore, solo perché ha un sacco di soldi».

Il fatto che si tratti di una scelta tutt'altro che improntata a un approccio liberale è testimoniato anche dal blocco dei conti correnti dell'impresa Star Link di proprietà di Musk presente in Brasile con i suoi satelliti (che garantiscono la connessione in regioni isolate come l'Amazzonia). La decisione è stata criticata da molti giuristi poiché non esiste un collegamento societario tra le due realtà aziendali e fa pensare a un attacco politico a Musk. D'altro canto la situazione politica in Brasile è critica, lo scorso febbraio migliaia di brasiliani sono scesi in piazza per protestare contro la decisione di un tribunale che ha vietato la candidatura dell'ex presidente Bolsonaro fino alle elezioni del 2030. Il governo Lula ha inoltre adottato una linea in politica estera che lo pone a tutti gli effetti tra i Brics allontanandosi dai paesi occidentali e promuovendo politiche economiche di stampo socialista.

Ciò che però preoccupa di più è il rischio di una deriva illiberale, basti pensare che i paesi in cui X è bannato sono la Cina, la Corea del Nord, l'Afghanistan e da oggi il Brasile. Forse Lula e il giudice Moraes qualche riflessione dovrebbero farla.

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