Doveva già essere «no deal» e invece, per l'ennesima volta, Europa e Regno Unito ci hanno ripensato. Ieri, dopo aver gridato ai quattro venti che sarebbe stato il giorno della disfatta, con le navi della Marina inglese già schierate a difendere le acque nazionali, il premier britannico e la presidente della Commissione Europea hanno convenuto che si poteva fare un ultimo tentativo per riuscire a portare a casa una Brexit ordinata. Così, le trattative riprenderanno questa mattina a Bruxelles tra le due squadre stremate di negoziatori.
Si sa che nei giorni scorsi, il primo ministro inglese, subito dopo le ultime conversazioni avute con la Von der Leyen, aveva avvertito l'esecutivo di non farsi illusioni e di prepararsi per un'uscita senza accordo alla fine del periodo di transizione. Poi, all'improvviso, a Bruxelles le ambasciate europee erano state brevemente aggiornate dalla Commissione che «alcuni progressi erano stati fatti» e che «i prossimi giorni saranno importanti». In una nota ufficiale la presidente ha definito i colloqui con Johnson «costruttivi». Eppure soltanto venerdì, il premier britannico aveva confermato il rischio molto alto che i colloqui si concludessero in un totale fallimento. Lo stesso ministro degli Esteri Raab, aveva ammesso in un'intervista televisiva che se si voleva raggiungere un accordo era necessario un significativo cambio di strategia da parte dell'Unione Europea. Ieri, dopo la decisione di proseguire, BoJo non ha voluto commentare «i progressi» dichiarati dalla Von del Leyen, ma ha dichiarato di non voler lasciare il tavolo delle trattative. «Temo che siamo ancora molto lontani su alcuni punti fondamentali - ha detto il primo ministro - ma dove c'è vita c'è speranza. Abbiamo intenzione di continuare a discutere e vedremo che cosa riusciremo a fare. Di certo il Regno Unito non lascerà per primo». Johnson ha anche raccontato che avrebbe voluto coinvolgere nella discussione la cancelliera tedesca Angela Merkel - accusata da alcuni di essere la regista delle posizioni oltranziste europee - e il presidente francese Emmanuel Macron, ma sembra che la Commissione non abbia gradito la proposta. «La commissione è determinata a proseguire le trattative tra di noi e questo va bene - ha spiegato Johnson - la cosa più importante adesso è che noi siamo comunque pronti. Ci siamo preparati per quattro anni e mezzo, in modo ancora più intenso negli ultimi due anni. Ad ogni modo credo che dovremmo continuare a tentare e credo che la gente del mio Paese voglia che io continui a farlo. Quindi continueremo a tentare e ad essere il più creativi possibile, ma non possiamo compromettere la natura fondamentale della Brexit».
Nonostante la linea dura britannica, i colloqui del weekend sembrano aver dato una nuova traiettoria alle negoziazioni. Ursula von der Leyen ieri si è recata a Parigi per vedere Macron e a Berlino la Merkel ha ribadito la necessità che l'Europa tenti di fare ogni cosa per raggiungere l'accordo. A mandare in stallo le trattative negli ultimi mesi sembra essere stata la richiesta europea di una clausola da inserire nel trattato che avrebbe creato un meccanismo automatico in grado di garantire degli standard ambientali, lavorativi e sociali nell'ambito delle prossime relazioni commerciali.
Proposta che il Regno Unito ha rigettato in quanto significherebbe dover seguire ogni cambio di rotta dettato da Bruxelles. Vedremo se nei prossimi giorni si troverà il modo di superare i tanti ostacoli che ancora si oppongono a un accordo.
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