"Draghi, Salvini e Speranza...": ecco le "pagelle" di Briatore

Intervista a Flavio Briatore: "Non ho mai pensato di scendere in politica, non fa per me. La lascio a chi non ha mai lavorato in vita sua"

"Draghi, Salvini e Speranza...": ecco le "pagelle" di Briatore

“No, non ho mai pensato di buttarmi in politica perché non sono abituato a discutere del niente e a perdere tempo. Se entri in quel mondo alla fine rimani impigliato, un po’ come sembra stia accadendo a Draghi…”. Flavio Briatore è un imprenditore che ama la praticità. Una bussola che l’ha sempre guidato e che gli ha consentito di fare impresa in tutto il mondo, anche lì dove, come in Italia, la burocrazia tende a mettersi spesso di traverso. Ed è proprio questa sua capacità di andare al punto, di non perdersi mai in chiacchiere che lo ha portato a essere spesso critico verso un mondo, quello della politica, basato su procedure lunghe e inconcludenti. L’esatto opposto del suo credo. Oggi Briatore analizza i problemi di un’Italia in difficoltà e invoca buonsenso e, ovviamente, praticità.

Draghi è un uomo pratico. È quello che serve all’Italia?

“Tra Draghi e Conte non c’è paragone. L’ex governatore della Bce è uomo concreto che ha curriculum e ha dimostrato nella sua carriera di ottenere risultati. Non nascondo però di essere un po’ sorpreso, mi aspettavo di più”.

Che cosa l’ha delusa?

“Beh, chiudere tutto è molto semplice. Non c’era bisogno di Draghi per farlo. Servono soluzioni diverse: invece di accanirsi contro commercianti, artigiani, bar e ristoranti dove, quando si rispettano tutte le regole, non ci si contagia, bisognava investire sui trasporti pubblici. Abbiamo decine di pullman e di taxi fermi da più di un anno… perché non si è pensato di fare accordi con gli operatori turistici per diminuire la pressione su bus, metro e aerei? E poi il decreto sostegni è indecente…”.

Addirittura?

“Sì, io lo chiamerei ‘decreto carità’. Si tratta di elemosina, briciole rispetto ai soldi che hanno dato gli altri Stati. Un’azienda, che fatturava 4 milioni nel 2019 e che nel 2020 ha fatturato 2 milioni, ha diritto solo al 5%, cioè 100 mila euro. Con questa cifra non ci fai assolutamente nulla. Questo dimostra la mia tesi…”.

E cioè?

“La maggior parte dei professionisti della politica vivono solo di quello e non hanno lavorato neanche un minuto in vita loro. Non sanno proprio come gira il mondo…”.

Non è il caso di Draghi però…

“Sì, certo. Però non basta cambiare il comandante, se l’equipaggio resta più o meno lo stesso, il problema non lo risolvi”.

Si riferisce ai ministri?

“Prendiamo il caso di Speranza. Lui è il primo che sarebbe dovuto andare a casa e invece è rimasto lì. Stiamo parlando di uno dei principali artefici dei disastri della gestione complessiva della pandemia. E poi c’è da dire che molti problemi derivano dall’inconcludenza dell’Europa”.

Per esempio, sulla questione vaccini?

“Ovviamente. Sono stati in grado di sbagliare tutto. Hanno stipulato contratti in ritardo e senza penali, non hanno finanziato la ricerca come invece hanno fatto Trump e Boris Johnson. Adesso si lamentano pure, dovremmo essere noi a lamentarci di loro. I numeri parlano chiaro: Stati Uniti e Regno Unito hanno già vaccinato quasi metà della popolazione e l’Europa è ferma al 13%”.

In questo però l’Italia non ha colpe…

“C’entra anche l’Italia, perché il precedente governo invece di pensare alle primule, assolutamente inutili, avrebbe dovuto mettere in piedi un piano logistico efficiente. Se si fossero mossi in tempo, non avremmo i problemi e, soprattutto, non avremmo i 500 morti che abbiamo ogni giorno. Ecco, qualcuno dovrebbe averli sulla coscienza”.

Ma cosa avrebbero dovuto fare che non hanno fatto?

“Avrebbero dovuto ammettere la loro inefficienza e affidarsi a consulenti di altri Stati, dove le cose funzionano. Ma spesso noi italiani siamo presuntuosi e non prendiamo mai esempio dai migliori. E poi vedo cose che non hanno senso: abbiamo vaccinato prima gli insegnanti, bene… ma lasciamo le scuole chiuse?”.

Le difficoltà della campagna vaccinale non dipendono però anche dalle case farmaceutiche?

“Ma scusi, sa perché in Inghilterra e in America le cose hanno funzionato? Perché loro sono soci delle multinazionali, mentre noi ne siamo clienti. Il problema è il nostro e dei nostri politici, della burocrazia che hanno creato. Certo, una domanda me la pongo: a cosa serve l’Europa se, nel momento del bisogno, fallisce l’appuntamento così miseramente?”.

Si discute anche di un possibile passaporto sanitario per consentire ai cittadini di viaggiare. Cosa ne pensa?

“Credo che non si possano obbligare i cittadini a vaccinarsi. E poi c’è tantissima gente che ha voglia di farlo e non aspetta altro. Per far ripartire tutto, devono soltanto sbrigarsi altrimenti prevedo un’estate disastrosa soprattutto per noi italiani”.

È preoccupato?

“Molto. Noi imprenditori siamo preoccupati per l’incertezza. Quella che abbiamo noi e sembra che non abbiano gli altri. Il risultato di quest’estate sarà che la Sardegna e le altre nostre splendide località saranno vuote, mentre la Grecia, la Turchia saranno piene di turisti provenienti da tutto il mondo. Le sembra normale?”.

Meglio Trump o Biden?

“Senza dubbio meglio Trump perché è un uomo con le palle. Anche sui vaccini è stato bravo, ha guardato in prospettiva e ha investito 10 miliardi di dollari nella ricerca molti mesi fa”.

Tornando all’Italia, come giudica Salvini?

“Siamo in emergenza. Ha fatto bene ad entrare nel governo Draghi. Ora però anche lui deve dare una spinta”.

E il nuovo Pd, guidato da Letta, le piace?

“Il Pd è un partito fatto da tante correnti, ognuno va per la sua strada. Letta? Appena è arrivato è riuscito subito a dire due cose che non condivido affatto…”.

Quali?

“Il voto ai 16enni… ma di cosa parliamo? I giovani vogliono vivere, andare in palestra, uscire. Votare è l’ultima cosa di cui hanno bisogno ora”.

Questa la prima… e l’altra?

“Lo Ius soli. Con tutti i problemi che abbiamo, con la gente che non ne può più… può mai essere una tema adesso? Mi sembrano fuori dal mondo”.

Soprattutto a sinistra, si parla molto anche di donne e della disparità di genere…

“Ecco, un’altra questione inutile. Io ho sempre assunto sia uomini che donne non in base al loro sesso, ma per le loro capacità. Le quote rosa sono il contrario della meritocrazia. Capisco che in politica trovare gente valida sia molto complicato…”.

E nella Formula 1? Nel weekend si inizia… chi è favorito?

“Vedo avanti Mercedes e Red Bull, solo dopo le Ferrari. Il regolamento offre poco margine per modificare le autovetture rispetto allo scorso anno. Sarà difficile per la Rossa”.

Per celebrare l’inizio del campionato, ha postato sulla sua pagina Instagram un

video del 1995 con Michael Schumacher…

“Mi piace ricordarlo col sorriso. La vita purtroppo riserva cose completamente incomprensibili, ma non le nascondo che spero sempre in un miracolo. Sarebbe un regalo bellissimo”.

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