Gli ex terroristi rossi difendono le "brigate" di Grillo: "Niente di male"

Il garante del Movimento 5 Stelle ha scatenato una bufera. I parenti delle vittime del terrorismo rosso: "Non si scherza sui morti"

Gli ex terroristi rossi difendono le "brigate" di Grillo: "Niente di male"

L’ultima trovata di Beppe Grillo ha scatenato la bufera. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha invocato le brigate di cittadinanza, accendendo le polemiche per i termini utilizzati. Se l’intento era quello di proporre volontari percettori dell’assegno in aiuto delle comunità, il riferimento a tempi bui della storia del Paese ha inevitabilmente gettato benzina sul fuoco. Risultato? Il comico genovese ha soffiato sulla rivolta. E c’è di più: può contare sul sostegno di esponenti di spicco del mondo brigatista.

Ex Br a sostegno delle brigate di cittadinanza

Un nome sinistro, su questo non ci sono dubbi. E in caso di difficoltà, Grillo e Conte potrebbero puntare sull’insoddisfazione dei percettori del rdc, in particolare al Sud, scatenando il putiferio. Se il centrodestra ha biasimato senza mezzi termini l’uscita del comico, diversi ex brigatisti hanno manifestato vicinanza e sostegno. Le polemiche sono pretestuose secondo Sergio Segio, a lungo a capo dell’organizzazione armata di estrema sinistra Prima Linea: “La questione mi sembra francamente un po’ risibile”, le sue parole riportate da Libero. E ancora: “Però non mi interessa, sono riferite a un passato così lontano… e io da decenni mi interesso di altro”, ha concluso l’ex brigatista, condannato per omicidio, banda armata e concorso in altri crimini.

D’Elia: “Non sono pericolose”

Di tutt’altro avviso Mariella Magi Dionisi, vedova di Fausto Dionisi, ucciso durante un fallito tentativo di evasione dal carcere delle Murate di Firenze di alcuni militanti di Prima Linea. “Grillo ha perso un’occasione per stare zitto”, la sua rabbia:“Dovrebbe studiare di più la storia degli anni ’70-’80-’90. Abbiamo lasciato sulle strade troppi morti per poterci scherzare sopra”. Sergio D’Elia fu coinvolto nella morte di Dionisi – riconosciuto colpevole in “concorso morale” nell’attentato – e ha tenuto a precisare che “nella tradizione operaia c’erano le brigate del lavoro, nell’esercito ci sono le brigate, e non è che il termine non si debba usare perché richiama le brigate rosse”.

L’ex esponente di Prima Linea non intende criminalizzare Grillo, considerando che le brigate di cittadinanza non sono pericolose è il contesto è totalmente “diverso”. E ancora, in difesa di Beppe Grillo si è schierato anche l’ex brigatista Francesco Piccioni, condannato all’ergastolo e mai pentito.

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