Brucia Monte Mario a Roma In fumo il parco del Pineto

Nella capitale uno dei più gravi roghi degli ultimi 14 anni: a rischio case ed edifici. Si ipotizza un atto doloso

Tiziana Paolocci

Fiamme e paura nella capitale. Ieri un incendio, tra i più devastanti degli ultimi quattordici anni, ha mandato in fumo il parco regionale del Pineto, polmone verde di Monte Mario, quartiere di Roma nord. La vasta colonna di fumo nero, che si è alzata dopo le 10 ed è rimasta per ore visibile in gran parte della città, ha fatto percepire subito la gravità della situazione, mentre i vigili del fuoco erano impegnati su diversi fronti, perché roghi interessavano anche la zona di Focene, non lontano dall'aeroporto di Fiumicino, la Pontina, i Castelli Romani e da Civitavecchia al litorale verso Ostia.

Il Comando Provinciale del Corpo Forestale, intervenuto con 25 squadre a supporto dei pompieri, ha spiegato che le fiamme nel parco del Pineto sono partite da un terreno abbandonato in via Montiglio e in poco tempo hanno divorato cinquanta ettari di terreni incolti, sterpaglie, bosco e canneti.

Immediatamente è stata chiusa al traffico via Damiano Chiesa, strada vicina al Policlinico Gemelli, e in cielo si sono alzati cinque elicotteri e un Canadair per cercare di aver ragione sul fuoco. Ma ci è voluto molto più del previsto, perché il cuore del parco ha continuato a bruciare, nonostante fossero state domate le fiamme più esterne del fronte, quello che procedeva verso l'ospedale e verso Forte Braschi. Ma il pericolo più insidioso era il forte vento, che avrebbe potuto incrementarle di nuovo il rogo, vanificando l'azione dei pompieri.

In via precauzionale vigili del fuoco e protezione civile sono stati costretti a sgomberare la casa di Cura per anziani Roma 3, invasa dal fumo all'interno e il convento Regina Mundi, su via Albergotti, dove vivono 64 religiose, che sono state ospitate nella vicina caserma. Evacuato anche il centro sportivo Vis Aurelia. Nel pomeriggio in via Salvatore D'Amelio le fiamme poi hanno toccato un palazzo e bruciato un balcone. Il rogo, con molta probabilità di origine dolosa, ha lambito e messo a rischio case ed edifici. Polveri e fuliggine si sono propagate per chilometri, tanto che i volontari hanno invitato i residenti delle aree interessate a restate in casa e mettete stracci bagnati lungo le finestre e le porte per impedire al fumo di entrare all'interno.

Seri rischi anche per la struttura di Forte Braschi dove ha sede l'Aise, l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna. La protezione civile ha approntato anche un servizio di soccorso per gli animali, tra cui i cani randagi che vivono nel parco, e i vigili hanno chiuso al traffico via Damiano Chiesa, via Vittorio Montiglio, via della Pineta Sacchetti, via di Valle Aurelia e via Arbib Pascucci.

Alle 20 il rogo è stato ufficialmente domato. Ma a fine giornata si contavano oltre una trentina di incendi, tra cui quello sulla Roma-Fiumicino, che a causa del vento è arrivato a sfiorare l'area esterna dello scalo romano, quella vicina al Cargo City. Problemi consistenti infine su via di Acilia, a Coccia di Morto, Corviale e sulla Colombo.

«Più volte è stato evidenziato il degrado in cui versano i parchi cittadini, con sterpaglie e scarsa irrigazione - tuona il segretario generale della Uil di Roma e del Lazio, Alberto Civica - Perché bisogna attendere sempre l'emergenza per intervenire?».

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