
Feeling e pragmatismo trasmesso in eurovisione. Difficile da ignorare, anche per le cancellerie europee più scettiche sulla tappa di Meloni alla Casa Bianca. Donald Trump ha assicurato che l'accordo equo con l'Ue sui dazi «si farà al 100%, non ci saranno problemi». Si è rimangiato le frasi al vetriolo rifilate appena pochi giorni fa al Vecchio Continente: «L'Europa è molto importante per me e per il mondo e voglio che abbia successo - è il nuovo approccio del presidente americano - mai detto che gli europei sono dei parassiti, ma voglio che l'Europa diventi più severa sull'immigrazione». Frase che permette a Meloni di elogiare il lavoro svolto negli ultimi due anni e mezzo, spiegando che «abbiamo iniziato a farlo anche grazie all'esempio portato dall'Italia», dando lustro anche a una Commissione europea che nelle scorse settimane era stata invece umiliata dall'amministrazione Trump. L'Alto Rappresentante Kallas lasciato fuori dall'agenda nonostante l'appuntamento con il Dipartimento di Stato sembra un ricordo. L'invito fatto da Meloni a venire a Roma per «incontrare l'Ue» viene raccolto da Trump. Vedrà probabilmente von der Leyen; con Meloni «ponte» per il negoziato commerciale tra Stati Uniti e Ue, come sottolineato anche un alto funzionario dell'amministrazione Trump in un briefing. A Bruxelles, sherpa pronti a cavalcare l'onda meloniana, che ha incassato parole al miele dal presidente degli Stati Uniti: «Ha preso l'Europa in mano, tutti la rispettano molto, la amano, è diventata un'amica, abbiamo parlato di commercio, è una persona speciale». L'operazione di sartoria messa in piedi in coordinamento con von der Leyen «ha funzionato», ragionano a caldo a Bruxelles, dove non sfugge la linea comune ribadita dalla premier anche sull'Ucraina: «L'invasore era Putin, oggi insieme stiamo lavorando per arrivare a una pace possa essere giusta e duratura», ha detto Meloni. Trump non ha bocciato una missione di peacekeeping di Paesi Ue, con un cambio di registro anche sulle responsabilità di Zelensky che neppure la cancelleria Ue meno entusiasta sulla tappa della premier a Washington ha potuto ignorare. Parigi ha affidato a fonti dell'Eliseo il Macron-pensiero: «Nessuno si adombra per la visita negli Usa di Meloni, è legittimo che ogni partner dell'Ue abbia relazioni forti con Washington». Se fino a ieri c'era una parte di Europa che considerava Trump l'uomo che avrebbe agito per dividere un'Ue bellicista col suo «bazooka» sui dazi, dopo le parole incassate da Meloni si vuole «accelerare» il «dialogo» per «soluzioni negoziate». La sospensione per 90 giorni delle contromisure approvate da Bruxelles dà un mese di «palestra emotiva»; così uno sherpa Ue sul periodo in cui si parlerà pure di spese di difesa in vista del vertice Nato di giugno. Per Tommaso Foti, ministro per gli Affari europei, «tutta l'Italia deve andar fiera di Meloni, è stata fantastica da Trump». Per il vicepremier Salvini, «molto bene la sintonia totale». E per l'altro vicepremier e ministro degli Esteri Tajani l'«incontro» è stato «decisivo» per la «ripresa della collaborazione con l'Ue». Plauso anche da Carlo Calenda, N.1 di Azione: «Ha tenuto la barra dritta sull'Ucraina ed è riuscita a convincere Trump a incontrare l'Ue in Italia e non ha rotto il fronte europeo ma si è accreditata come ponte». Giuseppe Conte, leader M5S, vede invece un «Trump-Meloni 2-0. Più spese militari e più gas dagli Usa».
Per Nicola Fratoianni, Avs, «Meloni si è presentata in ginocchio, sembrava la sceneggiatura di una serie di quart'ordine». Oggi a Palazzo Chigi il bilaterale con il vicepresidente Usa Vance, il primo ad aver tirato di scherma con l'Ue.
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