Buco da 60 miliardi nelle finanze tedesche

Giudicato incostituzionale il trasferimento verso altri impieghi dei fondi Covid non spesi

Buco da 60 miliardi nelle finanze tedesche
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Cala la mannaia della Corte costituzionale federale (Bverfg) sulla finanza creativa della Germania governata dal cancelliere Olaf Scholz. I giudici «rossi» (dal colore delle loro toghe) hanno dichiarato contrario alla Costituzione il trasferimento nel Fondo per il clima e la trasformazione (Ktf) di 60 miliardi di euro stanziati dall'esecutivo contro la crisi del Covid-19 e non utilizzati. Inserito nel secondo bilancio suppletivo del 2021, questo travaso è soltanto uno dei casi di gestione disinvolta dei conti pubblici da parte del governo formato da Partito socialdemocratico tedesco (Spd), Verdi e Partito liberaldemocratico (Fdp). Tanto attenta ai bilanci degli altri Stati membri dell'Ue, paladina del Patto di stabilità e crescita e del Meccanismo europeo di stabilità (Mes), la Germania gioca alle tre carte con le proprie finanze, come ha denunciato ripetutamente la Corte dei conti federale (Brh). Secondo questa magistratura, il governo sta di fatto truccando i bilanci, in particolare non conteggiando nel debito i fondi speciali per le forze armate e per la crisi dell'energia, con una dotazione rispettivamente di 100 e 200 miliardi di euro. Fuori dal bilancio ordinario è anche il Ktf da 177,5 miliardi di euro. Ora, la sentenza emessa ieri dal Bverfg con tutta la sua autorevolezza mette in piena luce i giochi di prestigio dell'esecutivo di Scholz. L'imbarazzo a Berlino è evidente: le «toghe rosse» di Karlsruhe hanno, infatti, avvertito che il trasferimento dei 60 miliardi di euro nel Ktf contrasta con il «freno all'indebitamento», il vincolo di bilancio previsto dalla Costituzione. Sospeso nel 2020 per finanziare la risposta alla crisi del Covid-19, questo strumento che è il pilastro del rigore teutonico è stato ripristinato nel 2023 su insistenza del ministro delle Finanze Christian Lindner, presidente della Fdp. È lo stesso Lindner che si definisce «un falco buono» e che richiama i Paesi dell'Ue alla disciplina nei conti pubblici a manovrare quelli della Germania. Per coprire queste contraddizioni, Scholz ha dovuto far ricorso a tutta la sua consueta freddezza. Durante una dichiarazione a Berlino in cui era affiancato da Lindner e dal ministro dell'Economia e della Protezione del clima Robert Habeck dei Verdi, il cancelliere si è limitato ad affermare che il suo governo «osserverà attentamente» la sentenza del Bverfg. Scholz ha aggiunto che i 60 miliardi di euro per il Ktf «non sono più disponibili».

A sua volta, Lindner ha abilmente elogiato il Bverfg per aver riaffermato il valore del «freno all'indebitamento» e ha annunciato il congelamento delle spese del Ktf dal 2024, a eccezione di quelle per la promozione dell'efficienza energetica e delle energie rinnovabili nel settore dell'edilizia.

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