«Come mi sono sentito? Stupito e arrabbiato, preso di mira di fronte a milioni di italiani mentre guardavo la tv con mia moglie e i miei figli» ricorda Jacopo Coghe, vicepresidente di Pro Vita e famiglia, uno dei bersagli di Fedez, reo di essere «ultracattolico e antiabortista» oltre che contrario al ddl Zan.
Un'infinità di follower, un milione e mezzo di spettatori del Concertone. Altri sarebbero stati contenti di essere citati.
«Francamente no, non era un encomio e le modalità mi hanno fatto arrabbiare. Non è la prima volta. Su Instagram mi aveva deriso con una foto con sopracciglia arcobaleno, scatenando gli haters. Fedez non è responsabile del singolo ma i suoi followers hanno scritto che starei bene appeso a testa in giù. Chi si comporta così può sembrare un bullo».
Che cosa si aspetta da Fedez e dalla Rai?
«Di avere la possibilità di rispondere a Fedez e di confrontarmi con lui. Ritengo gravissimo che abbia fatto un discorso politico in diretta, su una tv pubblica, pagata da tutti noi contribuenti, senza contraddittorio. Dopo le blasfemie di Sanremo penso che la Rai ci debba spiegazioni e che la maggioranza degli italiani siano stanchi».
In verità chiedono le dimissioni dei vertici per aver tentato di censurare Fedez. Non vede anche questo rischio?
«Ha travalicato con i toni. La sostanza è che per la Festa del lavoro un rapper milionario che fa le pubblicità per Amazon non ha parlato delle difficilissime condizioni dei lavoratori e del dramma per le famiglie causato dalla pandemia, ma si è messo a promuovere il ddl Zan come uno smalto collezionando dichiarazioni che non c'entrano con la legge. Così si denigra l'avversario e se la pensi diversamente non hai diritto di parola».
Vuol dire che siete una sparuta minoranza? Eppure avete testimonial come la Rowling.
«No, siamo una maggioranza silenziosa, anzi silenziata, perché il mainstream la pensa diversamente. Quando la Rowling si è espressa è stata massacrata. Al ddl Zan si sono detti contrari il mondo femminista con Marina Terragni, i Verdi, Marco Rizzo di Comunisti italiani, liberali come Cruciani, tutte persone non assimilabili a noi. Se c'è un parterre contrario di persone di diversi mondi qualcosa va discusso».
Lei si definisce un ultracattolico come ha detto Fedez?
«Credo di essere un semplice cattolico. Anche il Papa ha parlato più volte del gender come uno «sbaglio della mente umana» e nell'articolo 1 si parla di identità di genere».
Fedez l'ha definita anche antiabortista.
«Con le loro ecografie, Fedez e la moglie hanno seguito passo passo la gravidanza dei loro bambini. Come si fa poi a definirli un grumo di cellule?».
Che cosa vorreste cancellare del ddl Zan?
«Per noi non è emendabile. Il succo è che se mi percepisco donna devo avere tutti i diritti: entrare in un bagno delle donne, gareggiare nello sport con le donne. L'autopercezione dell'identità di genere del sé sostituisce il sesso biologico. E poi spetta ai genitori il diritto di priorità educativa e la Giornata contro l'omofobia fa entrare il gender nelle scuole di ogni ordine e grado».
Ma se tante
persone chiedono maggiore tutela legislativa, un motivo ci sarà. Non pensa che le aggressioni siano frequenti?«Le leggi già esistenti sono sufficienti: giustamente hanno garantito e garantiscono pene molto alte».
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