Buona Scuola sì ma senza stipendio per i professori

I sindacati sono sul piede di guerra ma il governo assicura che i soldi arriveranno tra dicembre e gennaio

Buona Scuola sì ma senza stipendio per i professori

La Buona Scuola del governo Renzi non prevede soldi per i suppplenti. Da settembre, come racconta La Stampa, trentamila precari non ricevono lo stipendio per intoppi burocratici e per mancanza di fondi. Si tratta di una situazione che si estende a macchia di leopardo da una provincia a l'altra. "Sappiamo di istituti dove i presidi o le segreterie anticipano di tasca propria i soldi perché insegnanti non arrivano a fine mese. C’è gente che si rivolge alla Caritas: parliamo di docenti qualificati, non di barboni", racconta Lena Gissi, leader della Cisl Scuola.

I ministeri del Tesoro e dell'Istruzione, dal canto loro, hanno assicurato che 25mila supplenti riceveranno gli stipendi a dicembre, mentre gli altri 5mila a gennaio. Insegnanti e sindacati sono sul piede di guerra. "Le scuole non retribuiscono direttamente gli insegnanti - ricostruisce Mario Rusconi, vicepresidente dell’associazione presidi -. Da ciascun istituto la richiesta di pagamento arriva all’ufficio scolastico regionale e da qui viene girata alla direzione territoriale del Tesoro che deve essere autorizzata dal dicastero per liquidare la somma. Un ritardo di trasmissione in qualunque fase di questa procedura può lasciare i lavoratori senza stipendio".

Il segretario della Flc Cgil, Domenico Pantaleo attacca in quanto "i supplenti non percepiscono retribuzione per mancanza di risorse e inefficienza del sistema informatico del ministero dell’Istruzione. Stiamo organizzando ricorsi contro un governo cattivo pagatore e sempre in ritardo. I soldi stanziati non bastano ai pagamenti: un’angheria cronica da superare rendendo gli stipendi partita di spesa fissa, come già avviene per le supplenze in caso di maternità". Secondo Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda,"nonostante la nota inviata dal ministero alle scuole per la liquidazione degli stipendi ai supplenti, i precari trascorreranno comunque il Natale senza percepire un euro".

È il caso di Valentina Caiafa, insegnante di sostegno della provincia di Foggia, che insegna a tempo pieno all’istituto comprensivo "Leopardi" di Castelnuovo Rangone, nel Modenese, ma non ha mai ricevuto lo stipendio e lo Stato le deve 5200 euro."L’insegnante lavora e studia, ma rischia di non avere nemmeno i soldi per pagarsi la benzina o i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro, è così scoraggiata che minaccia di non recarsi più a scuola- racconta la Cisl che ha esposto il caso al governo- Le persone ogni giorno vengono nelle nostre sedi a raccontarci il dramma che stanno vivendo a fronte di scadenze di pagamenti che non possono onorare".

Per l’Anief "nel balletto di responsabilità tra Istruzione e Tesoro la riforma della scuola e l’innovazione dei sistemi di pagamento non sono serviti a nulla". Incombe la mannaia: "I tribunali saranno sommersi da migliaia di contenziosi".

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