"C'è Soros dietro gli attacchi all'accordo. Chi finanzia i traffici di uomini non lo vuole"

Una fonte di Tirana chiama in causa il magnate ungherese. Il premier albanese: "Report è un programma disgustoso"

"C'è Soros dietro gli attacchi all'accordo. Chi finanzia i traffici di uomini non lo vuole"
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«C'è George Soros dietro le imbeccate a Fatto, Repubblica, il Domani e Report, non ultima quella sull'appalto da 13,5 milioni per il noleggio di una nave (privata) per il trasporto di 200 migranti alla volta dall'Italia all'Albania». Al Giornale parla una fonte del Deep State albanese, vicina ma non troppo al premier Edi Rama, nel giorno in cui il premier Giorgia Meloni visiterà il porto di Schengjin (dove l'hotspot è quasi finito) e l'ex aeroporto militare di Gjadër. Il protocollo dovrebbe partire il 15 settembre, «se va bene se ne parla a novembre-dicembre», sottolinea. «L'accordo tra Albania e Italia, che piace anche a Londra, rovina i piani di chi sostiene l'offensiva migratoria contro l'Occidente», ci spiega la fonte. «Nelle ricostruzioni ci sono molte cose che non c'entrano nulla con il progetto, con accostamenti che servono solo a mettere in difficoltà il vostro presidente del Consiglio e Rama». Per esempio il fango sul figlio del ministro Adolfo Urso, che in Albania fa il lobbista ma che, ci assicura la fonte, «non c'entra nulla con l'accordo». Lo stesso Urso ha dato mandato ai legali di denunciare il Fatto per l'articolo dal titolo suggestivo I narcos in Albania e gli affari tra Urso Jr e gli amici di Rama. Anche la circostanza secondo cui i centri per migranti nascono nel territorio che ospita la malavita albanese, dove agiscono i clan legati al traffico di esseri umani è arbitraria, anzi «semplicemente vergognosa: quell'area del Paese è tra le più affollate di tutta la costa adriatica. Piena di turisti da tutta Europa», ha replicato l'altro giorno a Repubblica lo stesso Rama, che in un video sui social definisce Report un «programma disgustoso». Stesso dicasi per l'attacco a chi sta realizzando le strutture modulari prefabbricate a Gjadër. Nel mirino è finito l'imprenditore leccese Salvatore Tafuro, che si è aggiudicato un appalto da 6,5 milioni di euro del ministero della Difesa. Dal 1973 la sua Ri group Spa lavora con l'Onu e la Nato e che ha già realizzato strutture mobili in tempi brevissimi sia in Kosovo sia in Libano, con materiali ecosostenibili realizzati con l'Enea.

Quando nelle scorse settimane una delegazione Pd ha fatto un blitz nelle aree individuate dall'intesa la nostra fonte c'era. «Per loro quello di Rama è una sorta di tradimento». Lo stesso dicasi per Soros, con cui il presidente albanese non ha mai fatto mistero di essere molto legato, a lui come al figlio.

L'anno scorso, alla festa di Atreju assieme alla Meloni, fu proprio Rama a ridimensionare le accuse che il vicepremier Matteo Salvini aveva scaricato sul finanziere ebreo-ungherese: «Sono molto amico di Soros. Il diavolo non è mai così nero come sembra, la Meloni ne sa qualcosa», aveva detto Rama, strappando qualche applauso. «Ci sono 150mila italiani in Albania e 600mila albanesi in Italia, tra Roma e Tirana si muovono un migliaio di persone. C'è gente che si vanta al telefono di conoscere Rama senza averlo visto. Anche l'ex M5s Davide Casaleggio fa business da noi», ci rivela un'altra fonte, che riferisce di un asse con Massimo D'Alema su criptovalute e blockchain.

Le autorità albanesi potrebbero interessarsi delle dichiarazioni «rubate» da Report all'ex vicepremier Arben Ahmetai, ricercato per riciclaggio ed esule in Svizzera, che accusa Rama di avere

rapporti coi clan di narcos albanesi che controllano mezzo Sudamerica, soprattutto l'Ecuador. «Fare di un latitante una fonte è fango», dice Rama, «A nome di chi parla? È pentito? Sento puzza di manette...», conclude la fonte.

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