È caccia ai voltagabbana. Mancano almeno sei voti

I Responsabili ora diventano "costruttori" ma al Senato non bastano. Dai renziani due defezioni

È caccia ai voltagabbana. Mancano almeno sei voti

La prima novità è il cambio del nome: «costruttori» e non «responsabili». Dopo l'addio di Italia Viva al governo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si prepara alla conta in Aula tra lunedì e martedì. Si apre la caccia ai voltagabbana che possano sostituire i renziani in maggioranza. Linea che trova l'avallo del Pd. Il ministro della Cultura Dario Franceschini ammette: «Alla luce del sole cercheremo i responsabili». Il lodo Bettini ricompatta il partito: Conte o elezioni. La soglia di salvataggio in Senato è fissata a 161. La maggioranza di Conte balla tra 151 e 155 voti: M5S (91), Pd (35), Leu (6), Miae (3), Misto (7), Autonomie (7), senatori a vita (5). Ne mancano 6 per mettere in sicurezza l'esecutivo. Da Benevento il sindaco Clemente Mastella, vecchia volpe della Prima Repubblica, si cala nel vestito di stratega contiano: «Se fossi in Conte io andrei in Parlamento, prima alla Camera e vedo le forze parlamentari che ci sono e che vogliono votarmi, dopo al Senato. Poi si vede se si è in grado di andare avanti. Se recuperi responsabilmente i responsabili, a quel punto arretra anche Renzi e quelli che sono con lui perché non c'è più margine di trattativa. Se resiste il Pd senza aprire varchi all'interno Renzi è fottuto, se il Pd non resiste vince Renzi».

Nelle parole di Mastella c'è un suggerimento tattico che l'avvocato del popolo raccoglie: una volta incassata la fiducia a Montecitorio, al Senato sarà una passeggiata. Nessun senatore voterà per andarsene a casa. Mastella si lancia in un pronostico: «Quanti sono i responsabili secondo lei?» «Secondo me più di cinque. E al momento opportuno a mio parere i responsabili ci saranno, ci sono, sono mimetizzati ma sono già pronti»,- spiega a Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. Senza i 19 renziani, al governo Conte mancherebbero 6 voti per restare in sella al Senato. Chi sono i voltagabbana travestiti da costruttori? La prima è la senatrice Sandra Lonardo, moglie di Mastella: dopo l'addio a Forza Italia ora è al Misto. Il secondo dalle truppe di Fi sarebbe Claudio Fazzone. In due arriverebbero dalla pattuglia di Italia Viva: Vincenzo Carbone e Donatella Conzatti. Si guarda al gruppo Udc. Sono tre i senatori sotto i riflettori: Paola Binetti, Antonio De Poli, Antonio Saccone. Anche se la senatrice Binetti esclude un sostegno all'esecutivo Pd-M5s: «Da parte mia non c'è nessuna ipotesi di soccorso al premier Conte, potrei andare in soccorso del Paese, ma per farlo bisognerebbe cambiare talmente tante cose in questo governo che considero questa ipotesi irreale». Per ora fallisce l'assalto ai senatori del gruppo Cambiamo di Giovanni Toti. «Nelle nostre fila non troveranno responsabili», spiega il presidente della Regione Liguria. Spuntano tre parlamentari, due deputati e un senatore del gruppo Popolo Protagonista: la senatrice Tiziana Dago e i deputati Fabiola Bologna e Gianluca Rospi. Tra i «costruttori» pronti a salvare l'avvocato del popolo ci sono gli ex grillini Gregorio De Falco e Paola Nugnes, Saverio De Bonis, Mario Michele Giarrusso. Si sfila Marinella Pacifico, senatrice ex M5S: «Ritengo che il comportamento responsabile sia quello di mandare a casa questo Governo, che da più di un anno non riesce a garantire la salute, l'economia e l'istruzione nel Paese». Ma l'obiettivo resta a portata di mano. Ieri si è riunito il gruppo Maie di cui fanno parte Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri e i senatori Adriano Cario, Raffaele Fantetti. La linea è chiara: «Assoluto sostegno al presidente del Consiglio» si legge nella nota. I responsabili-costruttori si muovono anche a Montecitorio.

Cinque deputati hanno aderito al gruppo di Centro Democratico dell'intramontabile Bruno Tabacci: Fabio Berardini, Maria Lapia, Marco Rizzone, Antonio Lombardo, Carlo De Girolamo. Ma Tabacci avverte: «In arrivo adesioni anche in Senato».

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