
L'effetto Calenda riapre i giochi sulle alleanze. Il flirt tra Carlo Calenda e Giorgia Meloni, celebrato al congresso di Azione che si è concluso ieri, rimette in discussione accordi e coalizioni nelle regioni al voto tra 2025 e 2026. Tra l'autunno del 2025 e la primavera del 2026 si andrà al voto in sei regioni: Campania, Puglia, Toscana, Veneto, Marche, Calabria. La variabile Calenda può scompaginare i piani di Schlein, Renzi e Conte.
Il leader di Azione non si sbilancia e getta la palla in tribuna, evocando, nel suo intervento di chiusura del congresso, una coalizione dei volenterosi, che poi sarebbe la copia dell'alleanza Ursula: «A un certo punto i grandi Paesi europei ci diranno: va bene, c'è la piazza di Conte, la piazza di Schlein, la piazza di Salvini ma voi con chi state? C'è un gruppo di volenterosi composto da noi, Forza Italia, +Europa, ma non da Italia Viva. Oltre a un pezzo del Partito democratico».
Sul piano locale la partita potrebbe essere molto più semplice. Il punto di partenza è l'intesa tra Azione e il centrodestra, già sperimentata in due regioni: Basilicata e Piemonte. Entrambe le regioni sono amministrate da presidenti (Bardi e Cirio) di centrodestra. Il terzo indizio è l'assist arrivato da Giovanni Donzelli, capo dell'organizzazione di Fratelli d'Italia, che ipotizza un accordo tra Fratelli d'Italia e Azione nelle Marche, dove Francesco Acquaroli, fedelissimo di Giorgia Meloni, si giocherà la riconferma. A cascata il modello di centrodestra allargato a Calenda potrebbe essere sperimentato anche in Campania. Qui però è tutto in evoluzione. Il 9 aprile la Corte Costituzionale si pronuncerà sul terzo mandato. Azione è uno dei soci di maggioranza dell'operazione De Luca ter. Se la Consulta sbarra la strada al terzo mandato del governatore uscente, la guida del campo largo spetterebbe al M5s. Il nome su cui punta Giuseppe Conte è l'ex presidente della Camera Roberto Fico: opzione su cui i calendiani campani avanzano dubbi. Ecco che potrebbero prendere in considerazione l'opzione di un'intesa con il centrodestra. Soprattutto se la guida della coalizione dovesse andare a un profilo di spessore come il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
La formula Calenda-centrodestra è già in fase avanzata in Calabria. Il coordinatore regionale di Azione, Francesco De Nisi, consigliere regionale, da tempo collabora con la giunta di centrodestra guidata dal forzista Roberto Occhiuto. Naturale, dunque, appare l'intesa alle prossime regionali.
Più complicata invece la trattativa in Puglia, regione nella quale i calendiani dovrebbe sostenere la corsa dell'ex sindaco di Bari Antonio Decaro. Infine, nulla è ancora deciso in Veneto. Soprattutto perché in questo caso il vero nodo da sciogliere è in casa del centrodestra. A chi toccherà la guida della coalizione? Fdi o Lega.
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