Carlo Calenda va al mare a Capalbio, tempio del radicalchicchismo pariolino. E questa non è una notizia. Carlo Calenda esonda sui social e fa una brutta figura. Ma, a pensarci bene, nemmeno questa è una notizia. Prima di ripercorrere alcune delle scivolate dialettiche dell'impulsivo leader di Azione, partiamo dall'ultimo episodio delle peripezie calendiane tra Twitter, Facebook e studi televisivi. Siamo a Capalbio, ovviamente. È una torrida domenica di luglio e l'ex ministro fugge dalla canicola romana per appollaiarsi su una delle spiagge più esclusive del litorale toscano. Buen retiro tradizionale del progressismo pensoso all'amatriciana. Dopo un tuffo in mare, la foto. Che immediatamente viene condivisa su Facebook. Per farla breve, Calenda pubblica l'immagine di quelli che sembrerebbero dei residui di plastica. Poi la denuncia: «Frequento questo luogo da 25 anni ma l'arrivo di plastiche di questi giorni è surreale», dice Calenda al Corriere Fiorentino. Sui social attacca il Comune: «Brillante gestione del Comune di Orbetello che così pulisce la Laguna in mare. Poi parliamo di ambiente e idrogeno». Risponde Andrea Casamenti, sindaco di centrodestra: «Nella laguna ci sono le alghe e non le plastiche. Le plastiche vengono portate dal mare a prescindere. Mi chiedo se un leader nazionale possa scrivere queste castronerie senza prima informarsi».
Passando alla seconda non notizia, l'ennesima gaffe di Calenda è anche lo specchio della confusione politica in cui versa l'ex ministro. Che ieri ha bisticciato ancora con Matteo Renzi: «Lui non ha voluto fare il partito unico, Azione e Italia Viva ormai sono due partiti separati». Replica di Ivan Scalfarotto: «Da Calenda solita bugia sul partito unico». Qualche giorno prima c'erano state le accuse a Renzi di guardare a destra, di rivolgersi a Forza Italia. Il tutto mentre, al Senato, Iv e Azione votavano insieme il nuovo capogruppo Enrico Borghi. Sfiorito il Terzo Polo, Calenda dialoga con Elly Schlein e flirta sul salario minimo perfino con il M5s. Mosse che stanno provocando non pochi malumori in Azione, soprattutto tra gli ex esponenti del centrodestra. A ciò si aggiunge il caos in vista delle europee. Memori della giravolta di Calenda prima delle politiche, nemmeno Emma Bonino e Riccardo Magi di +Europa vogliono allearsi con Azione. E traccheggia pure Cateno De Luca, corteggiato dall'ex ministro e da Renzi.
Come fidarsi di chi diceva di «non capire niente di politica». E infatti Calenda prima spingeva per la corsa solitaria alle politiche, poi si è alleato con il Pd di Enrico Letta, infine ha disfatto il centrosinistra per fare il Terzo Polo con Renzi. Ma ora ha rotto pure con l'ex rottamatore. E poi le gaffe. Le accuse agli elettori alle comunali a Palermo: «La vittoria del centrodestra è colpa di chi vota chi è stato in galera».
Calenda se l'è presa con chi ha votato anche dopo le sconfitte a Roma e alle regionali in Lazio e Lombardia. Infine la previsione sul governo Meloni: «Non durerà più di sei mesi». Ma nel frattempo si è dissolto il Terzo Polo.
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