Camorra, Comune perquisito La sindaca verso l'espulsione

Blitz dei carabinieri a Quarto e a casa della Capuozzo, per i pm non denunciò le minacce: «Condotta poco lineare». I garanti dei grillini: lasci o la cacciamo

Tiziana PaolocciIl Comune di Quarto nel mirino dei carabinieri. Ieri mattina i militari hanno passato al setaccio la sede del municipio per acquisire documenti nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm di Napoli Henry John Woodcock su presunti condizionamenti della camorra sulle amministrative vinte dai grillini.Per il primo cittadino Rosa Capuozzo è stato un giorno sull'ottovolante e oggi deciderà se rassegnare le sue dimissioni, chieste a gran voce dal direttorio del M5S. Se non dovesse lasciare il posto, probabilmente, sarà lo stesso Grillo ad espellerla. Del resto il decreto, firmato dal pm e dai procuratori aggiunti Beatrice e Borrelli, ha portato gli stessi carabinieri a casa sua e in quella del consigliere comunale Alessandro Nicolais, anch'egli pentastellato. Entrambi non sono indagati, al contrario dell'ex consigliere del M5S Giovanni De Robbio, dell'imprenditore Alfonso Cesarano, considerato vicino al clan Polverino e di altre due persone. Per la Procura la Capuozzo avrebbe subito ricatti, ma non si sarebbe mai piegata alle richieste di nomine e favori a vantaggio anche di personaggi legati alla malavita. Tuttavia non avrebbe denunciato i tentativi di estorsione attuati attraverso la minaccia di coinvolgerla in una storia di abusi edilizi che sarebbero stati realizzati nella casa dove abita. Un'altra «colpa» è quella di fornire versioni diverse ai pm, prima minimizzando poi confermando le intimidazioni, per poi negarle nuovamente. Affermazioni, queste ultime, discutibili se raffrontate con la preoccupazione mostrata nel corso di telefonate intercettate. Questo ha indotto gli inquirenti della procura di Napoli ad affermare nero su bianco che il sindaco «ha tenuto una condotta poco lineare e sicuramente da approfondire».De Robbio - secondo l'accusa - avrebbe minacciato il sindaco per raggiungere una serie di obiettivi, come la gestione del campo sportivo, da affidare all'impresario di pompe funebri Alfonso Cesarano, nonché le nomine di gente da lui segnalata. Ma al di là della vicenda giudiziaria è esplosa la bomba nel M5S. Il vertici chiedono la testa del primo cittadino, che deciderà solo oggi, anche perché dalla sua parte pendono le parole di Raffaele Cantone, secondo il quale nella vicenda dell'appalto della manutenzione della rete fognaria «il Comune di Quarto ha agito correttamente», anche se - precisa il presidente dell'Autorità anti corruzione - su eventuali voti di scambio spetterà alla Procura pronunciarsi. Tanto è bastato per far esultare l'entourage del primo cittadino: le parole di Cantone, dimostrano «che sul Comune di Quarto si è scatenata solo una bufera mediatica», taglia corto Donatella Alessi. Mentre il vicesindaco Andrea Perotti arriva ad auspicare un ripensamento da parte dei vertici del partito. Come rivela il consigliere comunale M5S, Gianluca Carotenuto, la Capuozzo potrebbe «continuare anche senza simbolo». Del resto, in difesa della Capuozzo è sceso anche Luigi de Magistris, secondo il quale la collega non deve lasciare se ritiene di essere nel giusto. Ma i vertici pentastellati non sembrano intenzionati a tornare sui loro passi. I garanti hanno già deciso: o lascia o rischia l'espulsione. Per il senatore Giarrusso e il campano Roberto Fico la Capuozzo deve andare a casa.

E il leader? Tiene bassa la questione e per distogliere l'attenzione da Quarto lancia un attacco al sindaco di Brescello, il comune del centrosinistra dove è stata nominata una commissione per valutare eventuali infiltrazioni mafiose.

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