Sorpresa Schlein. La segretaria del Pd «brucia» il campo largo e rinuncia alle barricate contro il governo Meloni sul Pnrr. Una giravolta a u che non ti aspetti. Una mossa, alla vigilia della direzione, per contenere l'ala moderata del Pd in forte sofferenza. I cattolici restano sul piede di guerra: «Sono preoccupata per le dichiarazioni su maternità surrogata» - attacca in direzione l'ex parlamentare Silvia Costa. Malumori arrivano anche dall'area di Paola De Micheli. Il cambio di strategia della segretaria, suggerito dal commissario Ue Paolo Gentiloni, serve a evitare uno schiacciamento del partito sulle posizioni radicali di Bonelli, Fratoianni e Conte. Sul termovalorizzatore romano, Schlein non cede alle sirene grilline. Mantiene il punto. In Aula il blocco Conte-Bonelli-Fratoianni si sgretola. Evapora. Il Pd si unisce al Terzo Polo e al centrodestra, bocciando le mozioni del M5s e dei Verdi contro la realizzazione del termovalorizzatore nella Capitale. Votano a favore solo Avs e M5S. Conte non nasconde l'amarezza: «Sono deluso» dice all'Agi il leader dei Cinque stelle che annuncia: «Ci sentiamo spesso. Presto incontrerò Schlein». Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri apprezza al contrario la giravolta: «Schlein ha detto una cosa importante, queste mozioni oltre che essere politicamente sbagliate sono anche prive di senso perché parlano dei poteri commissariali, ma questi poteri hanno prodotto un piano rifiuti che ormai è vigente e prevede il termovalorizzatore. E il nostro piano rifiuti si ispira esattamente ai principi dell'economia circolare e poi c'è una quota residua che può andare in due posti: o in discarica o nel termovalorizzatore. L'Europa dice di minimizzare le discariche, quindi: termovalorizzazione. Ma se deve andare in termovalorizzatore è più logico, amico dell'ambiente ed economico che vada in un termovalorizzatore vicino e non sul camion che attraversa l'Europa per andare su un altro termovalorizzatore». L'assist a Gualtieri apre però la prima crepa in segreteria: la responsabile all'Ambiente Annalisa Corrado e il giornalista Sandro Ruotolo ne escono sconfessati. C'è chi parla già di dimissioni da parte dei due componenti della segreteria. E c'è anche una seconda mossa della segretaria che spiazza tutti: l'apertura al premier Meloni sul Pnrr. La capa del Pd rinuncia alle armi sul Pnrr. In questo caso a svolgere la moral suasion sono stati il commissario Gentiloni e l'ex sottosegretario Enzo Amendola. Schlein va oltre e si dice pronta ad incontrare il capo del governo. La segretaria teme la reazione dei sindaci e dei governatori Pd che hanno «impegnato» progetti con i fondi Pnrr. «Noi vogliamo collaborare sul dl Pnrr perché è una sfida che riguarda l'intero Paese, le forze politiche, economiche, sociali, i territori. Ne va anche della compattezza dell'Ue. Dopo la pandemia abbiamo visto un risveglio dell'Ue, che ha messo in campo questo importante piano, che mette l'accento sulla conversione ecologica e sulla transizione digitale, che se ben governata apre opportunità importanti, migliorando anche la vita delle persone più fragili.
Ma di tutto questo non vi sentiamo mai parlare, ditelo se non condividete gli obiettivi del NextGenerationEu». Altro segnale contro Conte il cui intervento in Aula è più incendiario: «Parlate spesso di patriottismo ma il patriottismo va dimostrato in concreto, accogliete la collaborazione».
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