Giorgia Meloni è attesa in Parlamento, domani al Senato e mercoledì alla Camera, per le consuete comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. La premier si troverà di fronte, ancora una volta, un'opposizione divisa, a fronte di un centrodestra compatto. Il piatto forte del vertice di Bruxelles sarà la guerra in Ucraina. All'ordine del giorno del summit dei capi di governo europeo c'è il proseguimento del sostegno militare a Kiev, ma si parla anche di ulteriori sanzioni ai danni di Mosca. Sul tavolo del Consiglio Ue c'è l'ipotesi dell'invio di migliaia di munizioni di artiglieria agli ucraini attraverso l'approvvigionamento congiunto a livello europeo, in attesa della possibile offensiva della prossima estate da parte della Russia.
L'Europa arma Kiev, l'opposizione si spacca. Se la premier Meloni ribadirà alle Camere e ai partner europei il sostegno convinto all'Ucraina, i suoi avversari in Italia continuano a procedere in ordine sparso. Pd e Azione-Italia Viva da un lato, M5s dall'altro. Scontata la risoluzione parlamentare unitaria, condivisa dai quattro partiti della coalizione di centrodestra. Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati stanno lavorando a un documento unico da votare nelle Aule di Camera e Senato dopo le comunicazioni di Meloni. Ma a fare notizia è di nuovo la divisione delle tre principali forze di opposizione su un tema cruciale come il conflitto in Ucraina. Il nodo della discordia è tutt'altro che di poco conto. Il Terzo Polo e il Partito Democratico ribadiranno nuovamente il sostegno su tutti i piani, compreso quello militare, a Kiev. Il Pd di Elly Schlein si differenzierà da Matteo Renzi e Carlo Calenda soltanto per una sfumatura: i dem metteranno ai voti la proposta di chiedere agli organi comunitari Ue di promuovere un'iniziativa diplomatica per la pace. Schlein spera così di fare convergere i grillini almeno su questa parte della risoluzione, sempre se ci sarà un voto per parti separate. Ciò che conta, però, è la differenza sostanziale delle posizioni tra stellati e Pd. Il M5s, infatti, nel suo documento si smarcherà ancora una volta dall'invio di materiale bellico al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Una boccata d'aria per Giuseppe Conte, che potrà rimarcare la diversità con Schlein.
«Pd e M5s non saranno più alleati di fatto da domani, quando in Parlamento, al netto delle passerelle arcobaleno, si discuterà della guerra in Ucraina e i due partiti esprimeranno posizioni totalmente diverse», sottolinea il vice capogruppo di Fdi alla Camera Alfredo Antoniozzi. Opposizioni unite nella piazza pro-famiglie arcobaleno di Milano, divise in Parlamento sull'Ucraina. Con l'Alleanza Verdi-Sinistra Italiana che si accoderà ai Cinque Stelle per lo stop all'invio di armi al Paese aggredito. Un colpo al cerchio e uno alla botte per Schlein, costretta a pattinare sul conflitto tra Mosca e Kiev per non spaccare il Pd tra pacifisti e atlantisti.
Nonostante non sia all'ordine del giorno, l'altro punto caldo per l'Italia in vista del Consiglio Ue è l'immigrazione. Dopo la tragedia di Cutro Meloni si presenterà a Bruxelles con le idee chiare. Il capo dell'esecutivo incalzerà i partner comunitari su redistribuzione e maggiori controlli delle frontiere. Pronto anche uno schema per i rimpatri accompagnati. Una settimana fa è arrivata un'apertura da parte del presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
«È imperativo che i colegislatori continuino i lavori sul Patto per la migrazione e l'asilo, in vista dell'adozione delle proposte prima della fine dell'attuale legislatura», ha scritto Michel rispondendo alla lettera di Meloni.
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