Il candidato dei 5 Stelle: "Ora riaprire il dialogo coi parenti dei mafiosi". Di Maio: "Va espulso"

Di Maio contro il candidato sindaco grillino di Corleone: "Merita il massimo delle sanzioni. Ritireremo simbolo agli eletti"

Il candidato dei 5 Stelle: "Ora riaprire il dialogo coi parenti dei mafiosi". Di Maio: "Va espulso"

Sono bastate alcune dichiarazioni imprudenti per far saltare il comizio di Di Maio a Corleone in compagnia del candidato sindaco Maurizio Pascucci. In una videointervista a Repubblica, Pascucci ha affermato: "Voglio riaprire il dialogo con i parenti dei mafiosi. È molto importante. Spesso un condannato per mafia coinvolge tutta la famiglia e i parenti vengono individuati anche loro come colpevoli. Se sarò eletto sindaco farò questo passo, anzi l'ho già fatto. In questi giorni - ha detto - ho fatto un passo con un parente di Bernardo Provenzano che gestisce un locale pubblico". Parole quelle del candidato grillino che non sono state digerite dal capo politico del Movimento.

Da qui la reazione del vicepremier: "Volevo avvisare tutti voi che non andrò a Corleone come inizialmente previsto. Ho aperto il cellulare e tra le news c'era questa notizia data dal nostro candidato sindaco M5S" il quale ha detto che "voleva aprire al dialogo con i parenti dei mafiosi. E questa dichiarazione fa il paio con una foto sua in un bar, con il nipote di Provenzano. Sono sicuro che quella dichiarazione sia stata fatta in buona fede ma quel concetto è pericolosissimo. I voti di quelli non li vogliamo e ci fanno schifo", ha affermato Di Maio. Il vicepremier era atteso in Sicilia per un incontro con i lavoratori del Pastificio Rinascita a Corleone. Incontro saltato dopo le dichiarazioni del candidato pentastellato. E adesso Pascucci sta valuntando l'ipotesi di ritirare la sua candidatura a sindaco.

Ma non solo. In serata, Di Maio è tornato sull'argomento, chiedendo ai probiviri di avviare il procedimento disciplinare per Pascucci: "Secondo me, vista la gravità merita il massimo della sanzione, cioè l'espulsione dal Movimento 5 Stelle. Sulla mafia - prosegue il vicepremier - non è concesso neppure peccare di ingenuità da parte di chi si candida a ricoprire cariche pubbliche. Ci aspettavamo scuse, non arroganza. Questo non è un comportamento da M5s e come tale deve essere sanzionato immediatamente. Qualora qualcuno della lista fosse eletto, gli verrà subito ritirato il simbolo".

Nonostante gli attacchi del suo partito, il candidato sindaco ha continuato a difendere le sue posizioni, dicendo: "Noi non vogliamo i voti dei mafiosi. 'Non votateci', se ce ne sono qui in questa piazza, e non vogliamo neppure i voti di coloro che tifano per la mafia. Siamo però convinti che i parenti dei mafiosi non hanno una responsabilità: naturalmente devono fare una scelta radicale e, se la fanno, hanno il diritto di avere l'opportunità di liberarsi da un marchio infamante".

"Non tutti - ha aggiunto Pascucci - hanno il coraggio di questa scelta radicale, ma noi vogliamo dare una opportunità: gli diciamo 'se tu rinneghi il male che hanno fatto i tuoi, ti diamo una via d'uscita'. Dobbiamo consentirgli di venire fuori da quella morsa. Dobbiamo accompagnarli, dire che possono chiudere quella storia che spesso procede per continuità. Siamo andati nel bar del nipote di Provenzano, che è aperto, non è sequestrato, quindi è in regola.

Ci sono tante situazioni così, me le avete riferite a bassa voce: resto dell'idea di includere coloro che, pur essendo parenti di mafiosi, ripudiano Cosa nostra".

Parole che hanno creato una vera e propria frattura all'interno del Movimento 5 Stelle. Una frattura che non pare potersi rimarginare.

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