Il candidato M5s col nipote di Provenzano Il vicepremier cancella la visita a Corleone

Il leader scarica Pascucci. Ma lui: «La foto? Decisa con un parlamentare»

Il candidato M5s col nipote di Provenzano Il vicepremier cancella la visita a Corleone

Tommaso Bedini Crescimanni

Corleone (Palermo) Luigi Di Maio scarica il candidato sindaco M5s di Corleone e fa la vittima per togliersi di impaccio. Il vicepremier ha rinunciato al comizio di chiusura della campagna elettorale a Corleone, che era in programma ieri sera in piazza Garibaldi, dopo la notizia che il candidato del Movimento, Maurizio Pascucci, voleva aprire al dialogo con i parenti dei boss di Corleone e dopo la foto inopportuna che si è fatto allo York Bar insieme a Salvatore Provenzano, nipote di uno dei più sanguinari boss mafiosi, Bernardo Provenzano.

«Non ho trovato opportuno partecipare al comizio. Mi scuso con la cittadinanza che so fatta di persone perbene e oneste - ha detto Di Maio in una diretta Facebook - ci saranno altre occasioni per incontrarci». Il vicepremier ha aggiunto che «le dichiarazioni sono state fatte in buona fede ma il concetto espresso dal candidato è inaccettabile, i voti dei mafiosi non li vogliamo, ci fanno schifo». Dopo aver visto il video del vicepremier, Pascucci ha fatto un passo indietro, parlando di un'incomprensione e annunciando di aver valutato il ritiro della candidatura. Si è poi scusato per la foto che - dice - era stata «concordata con lo staff e il deputato di riferimento di Corleone, Giuseppe Chiazzese» è che è stata «frutto di una scelta precisa perché volevamo dare un segnale e non per chiedere i voti dei mafiosi». Pascucci è stato scaricato anche dal senatore M5s Mario Michele Giarrusso, del quale è assistente parlamentare: «Al momento non esistono le condizioni per proseguire la collaborazione. Il candidato si dovrebbe ritirare dalla corsa, le sue dichiarazioni non appartengono alla mia storia». «Noi siamo gente per bene. Di Maio non vuole i nostri voti? Pazienza», ha commentato la nipote di Bernardo Provenzano, moglie di Salvatore. Ma in serata c'è stata l'ulteriore svolta con Di Maio che ordinava: «Pascucci va espulso, via il simbolo agli eletti».

La polemica era partita dopo l'attacco di Claudio Fava di Sinistra Democratica, presidente della commissione antimafia dell'Assemblea regionale siciliana e di alcuni deputati del Pd che si erano detti preoccupati per alcune foto pubblicate su Facebook del candidato M5S con il nipote del boss: «Pubblicare sui social queste foto è quantomeno inopportuno», è stato il coro unanime, «soprattutto per chi si candida a sindaco di un paese che è stato sciolto per mafia due anni fa».

Duro attacco a Pascucci anche da parte di Carmelo Miceli, deputato della commissione Antimafia: «Il ragionamento di Pascucci è folle. I corleonesi torneranno al voto il 25 novembre dopo sei anni e mezzo dalle ultime elezioni e dopo due anni e mezzo di amministrazione straordinaria a seguito dello scioglimento per infiltrazioni mafiose nel 2016.

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