Gli applausi a mezzogiorno per gli eroi in camice in trincea contro il virus riempivano il silenzio delle città e commuovevano. I concerti spontanei, gli anziani danzanti in balcone, i lenzuoli colorati dei bambini e il tenore che intona l'inno d'Italia a testimoniare un rinnovato senso di comunità in questo momento difficile ci hanno scaldato il cuore. Ma questa storia degli happening al davanzale sta un attimo prendendo la mano. E - come sempre - rischia di degenerare in una moda per esibizionisti emotivi e un po' superficiali.
Ovunque, in tutta Italia, è un fiorire di iniziative sul solco dell'hashtag #andràtuttobene. Che può essere lodevole se rimane nell'alveo dell'incoraggiamento, ma che diventa idiota e pure fastidioso se assume i contorni della farsa e del disturbo della quiete pubblica. Che saremo anche in quarantena, ma non vuol dire che per questo ci si debba sfogare con i petardi.
Sì, perché in queste sere è capitato anche questo, ovvero le salve di fuochi d'artificio come a Napoli a Capodanno. E i concerti dei condomini che urlano «Questo è l'ombelico del mondo» e perfino «T'appartengo» di Ambra, celeberrima hit del 1994 che fa accapponare la pelle più per il trash che per l'alta qualità sinfonica. Per finire con il flash-mob demenziale con cui alle 21 di ieri ci si è dati appuntamento per accendere le torce dei telefonini alla finestra: appartamenti al buio e tante lucine per farsi vedere dal satellite e far sapere (a chi? mah...) che «noi italiani siamo compatti e vivi».
Che la situazione stesse sfuggendo di mano si capiva anche dagli squilibri dei politici. Per cui, a una sindaca di Roma che proponeva il canto dell'inno, l'opposizione rispondeva «noi canteremo Virginia tappa le buche».
Eppure una parte di popolazione che resiste al contagio canterino e frangipalle c'è. E ha la sua capitale morale a Schio, nel Veneto già in difficoltà.
Qui, quando una signora sentimentale è stata punta dalla voglia di gorgheggiare dalla finestra, i vicini hanno reagito nell'unica maniera razionale: hanno chiamato i carabinieri, che hanno identificato l'ugola d'oro e le hanno intimato di smettere. Che va bene la quarantena, ma da qui al 3 aprile così non reggiamo, rischiamo la strage prima.
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