Caos dati su ricoverati e morti. "E stop ai bollettini quotidiani"

Il 34% dei pazienti positivi è in ospedale per altre malattie. Bassetti: dati dei decessi falsati. Il Cts: sì a report settimanali

Caos dati su ricoverati e morti. "E stop ai bollettini quotidiani"

Ripensare al metodo del conteggio dei casi e dei ricoverati di Covid. Evitando bollettini quotidiani «che mettono l'ansia» e cercando di distinguere realmente il numero di chi è deceduto solo per il virus e chi per altre patologie (pur essendo positivo).

Dopo che il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e la Gran Bretagna hanno rotto gli indugi, l'idea sta prendendo sempre più piede tra chi lavora nei reparti e tra chi da due anni gestisce i report serali. «Sarebbe un'ottima cosa far diventare settimanale il bollettino dei contagi» sostiene anche Donato Greco, infettivologo e membro del Cts. «Valuteremo con il governo - apre il sottosegretario alla Salute Andrea Costa - È un'epidemia dinamica e dunque anche le misure che il Governo adotta, oltre che al modo di affrontarla e di gestirla, devono avere dinamicità».

Un bollettino settimanale sarebbe di minor impatto psicologico e soprattutto sarebbe più ragionato e veritiero. Questo non significa che finora siano stati snocciolati numeri a caso o gonfiati. Ma, a quanto dimostra anche la fotografia Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), nei calcoli di fine giornata è stata fatta parecchia confusione. In base a uno studio effettuato sui ricoveri di 6 grandi ospedali (Spedali civili di Brescia, Policlinico San Martino di Genova, Aou di Bologna, Policlinico Tor Vergata a Roma, San Giuseppe Moscati di Avellino e Policlinico di Bari), emerge che «un paziente su tre, sia pur con infezione da Covid, viene ospedalizzato per curare tutt'altro: traumi, infarti, emorragie, scompensi, tumori». Significa che viene ricoverato «con» il virus ma non «per» il virus. La sua positività viene registrata solo una volta entrato in ospedale ma, erroneamente, il paziente viene inserito nell'elenco dei ricoverati Covid (facendo «sparire» le altre patologie).

Idem nel conteggio dei morti. «Se il paziente entra in ospedale per tutt'altro, ma è positivo e muore, viene automaticamente registrato sul modulo come decesso Covid. Sono numeri assolutamente falsati» sostiene da tempo Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive al San Martino di Genova. «Dico da un anno che i parametri andrebbero cambiati» ricalca Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e rianimazione al San Raffaele.

Insomma, i bollettini delle 18 di sera hanno fatto il loro tempo. E l'imperfezione dei numeri forse fa trasparire anche un'imperfezione dell'organizzazione sanitaria, imponendo a chi di dovere un ragionamento sulla distinzione tra reparti ordinari e reparti Covid. Se finora è stato necessario tener ben separati i due percorsi, forse è necessario un cambio di passo. «Va riprogrammata l'idea dell'assistenza - afferma il presidente Fiaso, Giovanni Migliore - creando non solo reparti Covid e no Covid, ma realizzando nuove strutture polispecialistiche. Occorre pensare a reparti Covid per il cardiotoracico, per la chirurgia multispecialistica. Per l'ostetricia già in molti ospedali sono state realizzate aree Covid».

«È vero anche però che nel momento in cui un paziente arriva in ospedale per altre ragioni e si scopre positivo al virus, quel paziente diventa un paziente Covid, e deve essere separato dagli altri pazienti del reparto nel quale sarebbe stato ricoverato se negativo - fa notare il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri - Ciò provoca problemi organizzativi non da poco negli ospedali, che devono aumentare le dimensioni dei reparti Covid, con tutte le conseguenze del caso».

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