Caos seggi senza fine: Parlamento al completo ma scattano i ricorsi

Risolti i rebus su tutti i casi più spinosi. La palla ora passa alle Giunte per le elezioni

Caos seggi senza fine: Parlamento al completo ma scattano i ricorsi

Il caos seggi è finito. O almeno questa è la speranza dei tanti interessati, siano addetti ai lavori o no. Ieri la Corte di Cassazione ha inoltrato alle Camere il verbale dell'ufficio elettorale centrale nazionale con la lista definitiva delle assegnazioni. Trattasi di proclamazione formale ma c'è sempre spazio per i ricorsi. Quelli per cui i tempi sono di difficile previsione. Gli stessi su cui gli esperti concordano: ce ne saranno eccome. Adesso la giurisidizione, che è esclusiva, spetta alle Giunte per le elezioni di Palazzo Montecitorio e di Palazzo Madama. Un elenco comunque c'è: considerate le pieghe del sistema Rosatellum - effetto flipper su tutti - e il tempo impiegato per i riconteggi (dal 26 settembre all'8 di ottobre), è già una novità sostanziale.

I nodi più complessi da sciogliere, tutti per la Camera, erano sei. Paolo Pulciani (Fdi) e Alessandro Todde (M5S) entrano in Parlamento per via della «maggiore parte decimale del quoziente non utilizzata». Nel caso del meloniano, il resto di riferimento corrisponde allo 0,554855. L'elezione del pluricandidato Giuseppe Conte in Lombardia consente l'ingresso a Giorgio Lovecchio, eletto in Puglia, e a Daniela Morfino, eletta in Sicilia. Quest'ultima, che era stata eletta anche in Campania, apre uno spazio a Valentina Borzotti, grillina ripescata, per così dire, in Lombardia. E ancora Federico Cafiero de Raho, ex procuratore antimafia e simbolo della campagna elettorale contiana, risulta eletto in Emilia Romagna, lasciando spazio in Calabria, dove passa Elisa Scutellà, che aveva perso la sfida valevole per il collegio uninominale.

Quest'ultimo meccanismo è scattato per via della mancanza di altri candidati nel listino proporzionale pentastellato. Qualcosa di simile era già successo alle elezioni politiche di cinque anni fa, quando il Movimento 5 Stelle fece registrare troppe vittorie in Sicilia in relazione al numero di esponenti schierati per l'isola. La settimana appena trascorsa era stata interessata soprattutto da due vicende irrisolte: quella di Catanzaro e quella di Napoli e provincia. Come spesso capita quando si ha a che fare con regole e procedure, è stato il senatore leghista Roberto Calderoli a distinguersi, segnalando in anticipo errori poi riconosciuti come tali.

In ogni caso, ci siamo: Camera e Senato sono convocati per il prossimo 13 ottobre. Dopo il taglio lineare voluto dalla riforma pentastellata, il Parlamento non sarà più lo stesso. I numeri rimangono quelli annunciati (400 deputati e 200 senatori), mentre è atteso più di qualche grattacapo per il funzionamento delle commissioni. Il presidente del Senato potrebbe essere eletto subito o quasi, mentre per il vertice della Camera potrebbe volerci appena un giorno in più: si ritiene che giovedì possa essere il giorno buono per l'elezione della seconda carica dello Stato e che venerdì possa essere quello per la scelta della terza. Le statistiche curiose non mancano mai. La maggior parte dei parlamentari sarà di sesso maschile, mentre l'età media supererà i 46,2 anni, che è il dato che riguarda la popolazione del Belpaese. I neo eletti costituiranno il 41%, che è una cifra più bassa rispetto al 65% di cinque anni fa.

Una statistica - quest'ultima - che rileva soprattutto per Fratelli d'Italia. Fdi potrà contare su una pattuglia più numerosa rispetto alla scorsa legislatura: 118 parlamentari meloniani (su 185 in totale) stanno per fare il primo debutto in Parlamento.

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