Accuse incrociate di ostruzionismo sul decreto Aiuti bis arrivato alla prova di Camera e Senato nel pieno della campagna elettorale. Una corsa contro il tempo per convertire in legge il provvedimento che stanzia 17 miliardi per aiutare le famiglie e le imprese sul caro energia. I tecnici del Mef di Daniele Franco sono inoltre al lavoro per trovare una mediazione sul Superbonus 110%, incagliato tra le resistenze del M5s e l'esigenza di evitare il rischio condoni.
La riformulazione individuata dal governo punta a tutelare le aziende, ma evitando che ci sia un condono" per chi ha truffato. «Sbloccheremo i crediti ed eviteremo il fallimento di tante aziende oneste. Senza condoni, ma sanzionando solo chi non ha fatto i controlli con la dovuta diligenza», spiega il sottosegretario all'economia Federico Freni al Messaggero. Si ragiona su come rivedere i parametri della responsabilità solidale, che sta ostacolando la circolazione dei crediti. «Il testo va analizzato con razionalità e senza finalità elettorali, come pure va calibrata l'efficacia dell'intervento rispetto ai procedimenti penali in corso, ma l'intesa è vicina». I dem attaccano i Cinque stelle e parlano di «insensato ostruzionismo» del Movimento: «Saranno i fatti a dirci se il M5S, in un sussulto di responsabilità, metterà da parte le bandierine elettorali per fare l'interesse di imprese e famiglie», attacca Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd. Giuseppe Conte contrattacca: «Noi non abbiamo posto alcun veto. Sono il governo e le altre forze politiche che stanno mettendo un veto a 30-40 mila aziende che rischiano di fallire», dice. E assicura che il Movimento voterà il decreto: «Non siamo pazzi». La capogruppo al Senato Castellone: «Speriamo nello sblocco dei crediti». «Mantenere il potere di acquisto delle famiglie italiane è la priorità, dobbiamo impedire che si trovino in difficoltà estreme», ribadisce Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia.
«Non può passare un'altra settimana senza che la questione caro bollette trovi una soluzione nazionale, in attesa della soluzione europea. Questa è la vera priorità del nostro Paese. Sarò giovedì pomeriggio in aula a votare il decreto», dice il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta. E Giorgia Meloni annuncia che sarà «presente in aula».
La seduta delle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato è convocata per oggi pomeriggio, e domani mattina il testo è atteso in Aula. Giovedì invece toccherà alla Camera.
A Montecitorio c'è da approvare anche l'aggiustamento di bilancio da 6,2 miliardi necessari per il nuovo decreto aiuti - un provvedimento da 12-13 miliardi - allo studio del governo. Solo dopo l'ok delle Camere all'«aggiustamento», il nuovo decreto arriverà in cdm e dunque non prima di giovedì.
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