Capodanno, Tony Effe sfida Gualtieri

Il rapper canterà comunque: contro-concerto al Palaeur con biglietti a soli 10 euro

Capodanno, Tony Effe sfida Gualtieri
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Ma quanto si divertiva Elly Schlein a ballare Sesso e samba sul carro del Gay Pride che a fine giugno sfilava per le vie di Roma. Ora non più. Perché quello stesso Tony Effe (nella foto), che d'estate cantava di balli che «fanno perdere i sensi» e di una lei che «fa la cattiva a letto», è diventato all'improvviso un paria, un macho sessista che imbarazza il Partito democratico. E così l'ex sardina si ritrova, sul finire di un anno costellato di insuccessi, ad assistere a un pasticciaccio di cui i romani non sentivano il bisogno.

Per carità, con l'affaire Tony Effe, la povera Elly non c'entra nulla. A ingarbugliare tutto sono stati il sindaco Roberto Gualtieri e il suo assessore ai Grandi eventi, Alessandro Onorato, che prima hanno voluto il rapper al Concertone di Capodanno e, dopo le polemiche montate dalle loro stesse compagne di partito, si sono rimangiati l'invito. Come se Gualtieri e soci non conoscessero i testi di certe canzoni che molti reputano (giustamente) un tantino troppo espliciti. Espliciti nel senso che, come altri cantanti della risma di Tony, trattano le donne (musicalmente parlando) come pezze da piedi. Eccovi un assaggio: «Metti un guinzaglio alla tua ragazza. Ci vede e si comporta come una tr...». E anche: «La tua tipa tra i miei seguaci mi vede e dopo apre le gambe, la sc... e poi si mette a piangere». Questo ai tempi del collettivo Dark Polo Gang. Stesso registro anche quando s'è messo in proprio: «Lei la comando con un joystick. Non mi piace quando parla troppo. Le tappo la bocca e me la f...». E poi: «Non ti guardo nemmeno. A novanta così neanche ti vedo. Mi dici che sono un tipo violento. Però vieni solo quando ti meno». Forse al Campidoglio non sapevano. Forse erano convinti di aver invitato i Cugini di Campagna. Ad ogni modo, annunciato urbi et orbi il defenestramento di Tony Effe, sono scesi in campo Mahmood e Mara Sattei che col loro ben servito hanno aperto le danze al festival dell'ipocrisia. A sfilare sui social urlando alla censura i soliti noti. E pure certe cantanti che in altri tempi s'erano intestate la causa femminista. Una protesta come non se ne vedevano da tempo. E che non s'era vista quando a finire censurati erano stati cantautori lontani dallo star system de sinistra.

A rimanere col plettro in mano non sarà il rapper, che l'ultimo dell'anno si esibirà comunque al Palaeur (biglietti a prezzo calmierato a soli 10 euro) ma lo sprovveduto Gualtieri. L'evento al Circo Massimo rischia infatti di saltare. Al Campidoglio si stanno affannando a cercare altri artisti disposti a cantare.

Ma già qualcuno, divertito dal clamore dei grattacapi di un'amministrazione che dovrebbe occuparsi di ben altro, suggerisce al sindaco di imbracciare la chitarra e salvare il Capodanno. Vedremo sotto quale palco la Schlein preferirà scatenarsi.

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