Capotreno aggredito, Maroni: "Sparare se necessario"

Dopo l'aggressione al capotreno il governatore apre alla "legittima difesa". Ma il Pd lo attacca e non propone soluzioni

Capotreno aggredito, Maroni: "Sparare se necessario"

"Voglio qualcosa che impedisca questi episodi, se necessario sparare si spari". Con queste parole il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, ha commentato l'aggressione dei due ferrovieri a Milano a colpi di machete. "Certo, è legittima difesa", ha risposto a chi gli chiedeva se si dovrebbe autorizzare l’uso delle armi sui treni. Questo pomeriggio, ha annunciato, si riunirà d’urgenza il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. Le parole di Maroni però hanno suscitato non poche polemiche. Maroni, che ha proposto di esercitare alle Forze dell'Ordine il diritto all'autodifesa, è stato subito attaccato dal Pd.

"Non è il momento delle polemiche e delle strumentalizzazioni", ha affermato il segretario lombardo del Pd Alessandro Alfieri intervenendo sulla questione della sicurezza sui treni, in una nota in cui ha comunicato di aver fatto visita in ospedale al capotreno aggredito la notte scorsa alla fermata Villapizzone, a Milano. "Ho appena portato i saluti di tutto il Partito democratico e del segretario Renzi", ha spiegato Alfieri. "Maroni e Trenord - ha continuato il segretario lombardo del Pd - hanno la responsabilità di mettere in campo misure realistiche ed efficaci per garantire la sicurezza di chi viaggia e di chi lavora a bordo dei treni lombardi".

Chiamparino invece, mentre c'è un uomo che lotta per non perdere il suo braccio, pensa all'italiano:

"Legge e ordine devono tornare nel linguaggio della sinistra, assolutamente sì, ma gli aggressori del capotreno sono due persone forse sudamericane che non hanno a che vedere con i profughi: il primo compito è distinguere". E ancora: "Se uno gira con un machete nello zaino deve essere punito con le leggi italiane, se fosse clandestino anche rispedito nel paese da cui arriva" ha aggiunto Chiamparino.

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