Felpa e cappuccio in testa. Guanti da chirurgo e camminata svelta. Chi ha intravisto, l'altra mattina, Andrea Hyde Pignani, lo ricorda così. «Sembrava andasse da qualche parte, non pensavamo nascondesse una pistola» raccontano gli abitanti del residence. Invece Mister Hyde si era già trasformato in un feroce omicida. Un assassino di bambini e vecchi innocenti. Nessun litigio pregresso con Domenico Fusinato, nessuno sparo in aria prima di quella maledettissima domenica di sangue. I carabinieri hanno interrogato fino a tarda sera Romano Catini, presidente del Consorzio Colle Romito, che raccontava storie di pistole e terrore nel quartiere. Tutte regolarmente «segnalate a polizia, carabinieri e guardie municipali» diceva a cronisti e corrispondenti di agenzie di stampa. Un soggetto pericoloso, tanto che la sua abitazione era costantemente monitorata dalla vigilanza privata, sosteneva Catini.
Affermazioni tutte categoricamente smentite dagli inquirenti. «Dagli accertamenti eseguiti - sottolineano - non risultano ulteriori denunce o segnalazioni a suo carico ne risulta che l'omicida fosse in cura per patologie di carattere psichiatrico ne tanto meno che fosse in possesso di certificazione medica rilasciata da strutture sanitarie» scrivono i carabinieri. Insomma, tutto falso. Un mistero che si aggiunge a una serie inspiegabile di fake news sulla strage di Ardea. È lo stesso sindaco del piccolo Comune arroccato tra Pomezia e Anzio, Mario Savarese, a smentire il presunto Tso, Trattamento sanitario obbligatorio, eseguito a Pignani. «Non ho firmato alcun Tso per il soggetto in questione - spiega il primo cittadino di Ardea - In quattro anni ne ho disposto solo uno e non è nei confronti di questa persona. Ho saputo che è stata in cura ma senza il coinvolgimento di questa amministrazione». I servizi sociali, sottolinea Savarese, non sono mai stati attivati per Pignani. Resta il ricovero al pronto soccorso del Nuovo Ospedale di Ariccia tra l'11 e il 12 maggio 2020.
Una bruttissima storia funestata da altre fake news che si sono rincorse fino a tarda sera. A cominciare dalle notizie diffuse da alcuni abitanti prima dell'irruzione delle teste di cuoio. «Un uomo ha ammazzato i figli, poi il suocero perché la moglie l'aveva lasciato per un nuovo compagno» dicevano. Qualcuno le scrive persino su alcuni siti locali, correndo ai ripari man mano che la tragedia e la trattativa estenuante davanti al civico 238 di viale di Colle Romito, va avanti.
Altro punto fermo da parte degli investigatori: Pignani non conosceva affatto la famiglia Fusinato, anche lei da trasferita da un paio di anni sulla Marina di Ardea. Ma allora, cosa è accaduto nella mente del 35enne per accanirsi con fermezza su due bambini che corrono in bici al parco giochi? La terza vittima, e questo è certo, muore da eroe cercando di fermare il folle assassino che ha appena centrato al cuore e alla testa i due fratellini con una mira da tiratore scelto. Quando la moglie di Salvatore Ranieri, 74 anni, non lo vede tornare a casa (era uscito alle 11), si preoccupa e lo va a cercare. Nessuno pensa di avvertire Patrizia Caschera, sposata da 10 anni con Salvatore. «Ho visto la bicicletta a terra e ho capito subito. Lui era steso sull'asfalto, con una macchia di sangue in petto» racconta la poveretta.
Nel tardo pomeriggio, assieme alle foto dei bambini sorridenti e alla fototessera di Ranieri, qualcuno diffonde anche l'immagine del killer. Il soggetto tutto sembra tranne che un ingegnere informatico fuori di testa. Altra fake: si tratta di un giovane di Latina, vivo e vegeto e, soprattutto, innocente.
Chi l'ha tirata fuori e perché? È un altro dei misteri di questa maledettissima storia che ha sconvolto la piccola comunità litoranea. Sul luogo della strage, intanto, fiori e pupazzi di peluche per ricordare i fratellini massacrati dal folle.
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