Il cardinale Farrell è il Camerlengo pronto a sostituirlo. "Ma non servirà"

Irlandese, vescovo negli Usa. È un uomo di fiducia di Bergoglio, ma non avrà potere

Il cardinale Farrell è il Camerlengo pronto a sostituirlo. "Ma non servirà"

Un cardinale irlandese, naturalizzato statunitense, Kevin Joseph Farrell è lui il camerlengo di Santa Romana Chiesa, la figura, scelta dal Papa, per guidare la macchina amministrativa della Santa Sede in caso di «Sede Vacante», che inizia con la morte del Papa e si conclude con l'elezione del suo successore, o «Sede Impedita», quando il Pontefice non è nelle condizioni, perché obbligato o perché non cosciente, di governare la Chiesa Universale. Un fedelissimo di Papa Francesco, nato nel 1947, che guida il Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita e che, scelto da Benedetto XVI come vescovo di Dallas, negli Usa, si è ritrovato catapultato a Roma, voluto da Bergoglio nel 2016 alla guida dell'importante «ministero» della Santa Sede, per poi esser creato anche cardinale e dal settembre del 2020 nominato Presidente della Commissione vaticane di materie riservate.

Farrell, era stato in passato anche vescovo ausiliare di Washington, arcidiocesi guidata all'epoca dall'ex cardinale Theodore Edgar McCarrick, ridotto allo stato laicale da Bergoglio per essersi macchiato di reati di pedofilia. Il Camerlengo, che condivideva l'abitazione con il suo superiore, ha sempre ribadito di non essersi mai accorto di comportamenti inappropriati da parte di McCarrick.

Ma non si tratta affatto di un «vice Papa»: il porporato americano entrerebbe in gioco soltanto nel caso in cui la Chiesa rimanesse senza Pontefice (per morte, come accaduto in tempi recenti, nel 2005, con la scomparsa di Papa Wojtyla o per rinuncia al ministero petrino, come deciso nel 2013 da Benedetto XVI, attuale Papa emerito). Altra circostanza prevista dal Codice di Diritto Canonico è nel caso in cui il Santo Padre non fosse nel pieno delle facoltà per adempiere le proprie funzioni. Ma la lontananza geografica del Pontefice dal Vaticano o un ricovero in ospedale, come nel caso attuale di Bergoglio, non rientra tra i casi per i quali il cardinale Farrell debba prendere decisioni o disbrigare gli affari correnti della Curia Romana, affiancato dal vice-Camerlengo, l'arcivescovo brasiliano Ilson de Jesus Montanari. Bergoglio continua infatti a governare la Chiesa dalla sua stanza del policlinico Agostino Gemelli, pur essendo in convalescenza. Come previsto dal Codice di Diritto Canonico, al canone 331, il Papa continua infatti ad avere «potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa».

Non a caso, ieri mattina, all'indomani del ricovero e dell'intervento del Santo Padre, la Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato nel consueto bollettino di mezzogiorno le rinunce e le nomine dei vescovi e degli arcivescovi decise da Papa Francesco. Un chiaro atto di governo, nonostante la sua assenza forzata dalla Città del Vaticano. Inoltre non risulta che Bergoglio abbia delegato, in questa circostanza, il cardinale Farrell, nemmeno in quelle tre e più ore in cui, sotto anestesia generale per via dell'intervento al colon, ha perso conoscenza, facendo configurare per il Vaticano una situazione di «Sede Impedita».

Nemmeno Giovanni Paolo II durante i suoi lunghi ricoveri aveva delegato il Camerlengo a disbrigare le questioni amministrative della piccola città-stato; era stato proprio il Papa Santo, nel 1996, con la costituzione apostolica Universi Dominici Gregisa stabilire che è «compito del Camerlengo di Santa Romana Chiesa, in periodo di Sede Vacante di curare e amministrare i beni e i diritti temporali della Santa Sede, con l'aiuto dei tre cardinali assistenti, premesso, una volta per le questioni meno importanti, e tutte le volte per quelle più gravi, il voto del Collegio dei cardinali».

Inoltre il cardinale Camerlengo, a cui spetta anche il gravoso compito di

«accertare ufficialmente la morte del Pontefice», nemmeno in caso di scomparsa del Papa ha «potestà o giurisdizioni sulle questioni spettanti al Sommo Pontefice, mentre era in vita o nell'esercizio delle funzioni del suo ufficio».

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