«Era il mio cuore. Non c'è più». Poche parole di un padre che ha perso moglie e figli diventano il simbolo di un'immensa tragedia. Due bambini di uno e tre anni, un ragazzino di 15, e poi genitori, nonni, zii. Nove persone sono state inghiottite dalla piena del fiume Milicia, a Casteldaccia, nel Palermitano. Stavano trascorrendo una serata di festa in famiglia quando la villetta è stata investita da fango e detriti. A Vicari (Palermo), Alessandro Scavone, 44 anni, titolare di un distributore di carburanti e consigliere comunale a Salemi, è stato travolto dalla piena del San Leonardo mentre con un amico andava a recuperare un ragazzo rimasto al distributore. L'amico e il giovane si sono salvati. Altri due vittime ad Agrigento. È una coppia originaria del luogo, da anni residente in Germania, che è stata spazzata via da una piena. Nell'Agrigentino c'è un disperso. È il medico 40enne Giuseppe Liotta, sorpreso dal maltempo mentre si recava all'ospedale di Corleone.
È il gravissimo bilancio dell'allerta rossa in Sicilia, ancora stretta nella morsa del maltempo. Tutto è accaduto tra sabato sera e le prime ore di domenica. E ad aggravare il dolore c'è la consapevolezza di una gestione sconsiderata del territorio, che da tempo immemore si trascina a oggi. Grida e si danna l'unico superstite della villa invasa dalla piena del Milicia, vivo per miracolo, ma morto dentro, con i due figlioletti e la moglie. Ha aperto la porta della villa presa in affitto dal padre ed è stato sbalzato fuori dall'acqua che ha invaso l'abitazione. È riuscito ad appigliarsi a un albero. L'acqua ha raggiunto livelli spaventosi inghiottendo Rachele Giordano, un anno, Federico Giordano, 15 anni, la madre Stefania Catanzaro, 32, il nonno Antonino Giordano, 65, e la moglie Matilde Comito di 57 anni, il figlio Marco Giordano, 32, e la sorella Monia Giordano, 40, Francesco Rughoo, 3 anni, Nunzia Flamia 65. Due parenti si sono salvati per mera casualità, essendo usciti per comprare dei dolci. Chi abita poco più giù della villa della tragedia, si è salvato grazie all'intuizione del nonno, che, sfidando il maltempo, ha ripulito a mani nude il passaggio, intasato dai detriti. «Sono anni accusa - che non fanno manutenzione ai canali. Detriti e rifiuti lasciati nel greto lo hanno intasato, favorendo lo straripamento».
Oltre alla mancata pulizia di torrenti e canali, nel mirino della procura di Termini Imerese, che ha aperto un'inchiesta, ci sono le concessioni edilizie, l'abusivismo dilagante. E presto, analizzati i documenti acquisiti dalla polizia al Comune, potrebbero esserci dei nomi sul registro degli indagati. La casa travolta dalla piena era abusiva. Da 10 anni sull'immobile sarebbe rimasto senza esito un ordine di demolizione del Comune. I proprietari avevano impugnato il provvedimento davanti al Tar e si attendeva ancora l'esito. Lo ha reso noto il sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, sottolineando la pericolosità della zona «per il fiume e l'abusivismo».
Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, si è recato ieri a Casteldaccia, ha ascoltato i residenti e ha sorvolato l'area in elicottero. Già ad occhio alcune case sembrano edificate in violazione di legge che prevede una distanza di 150 metri dai letti dei torrenti. «È un disastro totale» ha detto.
E in Sicilia saltano le prime teste. Su volere del governatore Nello Musumeci, sono stati rimossi i vertici dei Geni civili di Palermo e Catania «per omissioni dei vertici dell'Ufficio negli interventi di somma urgenza sui fiumi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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