La battaglia tra Davide Casaleggio e il Movimento 5 Stelle non sarà portata avanti solo a colpi di carte bollate. Ma potrebbe trasferirsi anche nelle urne elettorali. L’associazione Rousseau ha infatti formalizzato le proprie intenzioni: sosterrà le liste civiche fin dalle prossime elezioni amministrative. Con la successiva ambizione di competere su uno scenario nazionale. Anche se appare difficile scalfire il consenso, peraltro in calo da tempo, del M5S: in palio ci sono quei consensi dei grillini della prima ora, i duri e puri, che si sono allontanati dal Movimento dopo l’alleanza con il Pd e ancora di più in seguito alla fiducia votata al governo Draghi.
“Manca lo spazio politico e culturale in questo frangente per un progetto simile”, dice Federico Benini, direttore di Winpoll, a IlGiornaleit. “Abbiamo visto che dal 2018 - aggiunge il sondaggista - c’è stata una delusione rispetto a certe politiche. Poi c’è un altro aspetto: Casaleggio è visto come un imprenditore del mondo digitale, non è percepito come un leader di partito. E infine la storia insegna che i soggetti nati dalle scissioni non hanno grande successo. Basti pensare all'esperienza di Bersani, che era segretario di partito con un suo seguito, ma non è riuscito a sfondare. Così come accaduto a Renzi”.
Dalla consulenza alle elezioni
Al momento Rousseau si concentrerà sull’erogazione di servizi, dalla comunicazione digitale alla preparazione delle pratiche per depositare le candidature. E, al di là delle smentite di rito, il dialogo con i grillini fuoriusciti è naturale per evidenti ragioni: conoscono le dinamiche, le strategie, comprese quelle di comunicazione. Per questo lo sguardo, stando a quanto apprende IlGiornale.it, è rivolto al futuro. “Il progetto di scissione di Rousseau non è del resto nato oggi. Da mesi i più scettici nei confronti del Movimento erano stati allertati sulla possibilità di una nuova iniziativa politica, che pensa alle prossime Politiche”, racconta una fonte pentastellata, in bilico sulla permanenza nel gruppo. Del resto la componente parlamentare l’Alternativa c’è, composta proprio da chi ha lasciato il Movimento 5 Stelle, ha già dato la disponibilità al confronto con Casaleggio, cercando anche di comprendere le intenzioni di un altro big, attualmente seduto in panchina: Alessandro Di Battista.
Gli altri potenziali interlocutori restano alla finestra. Ci sono parlamentari fermi tuttora nel gruppo Misto, tra cui figurano nomi di peso come l’ex ministra Barbara Lezzi e il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra. “In questa fase è preferibile stare fermi. Magari con l’arrivo di Giuseppe Conte cambia qualcosa nel Movimento e chissà se non si riaprano spiragli per un ritorno”, spiega sibillino un parlamentare uscito nei mersi scorsi dal gruppo dei 5 Stelle. E su Rousseau osserva: “Sicuramente Casaleggio può essere interessato a portare avanti un suo progetto, partendo dai servizi che può offrire come azienda. Da lì il passo alla politica è breve. Ma per molti di noi non ha senso avere fretta ora come ora. La situazione è troppo fluida. Aspettiamo”.
Quanto può valere nei sondaggi
Un’attesa che si spiega anche con un calcolo. Le prospettive politiche di Casaleggio, stando al giudizio degli esperti, non sembrano rosee. Antonio Noto, fondatore di Noto sondaggi, è perentorio: “La verità è che molti elettori del M5S non sanno nemmeno di Rousseau. Il peso elettorale del Movimento 5 Stelle è indipendente dalla scissione con Rousseau. Stiamo parlando, attualmente, di circa 5 milioni di votanti, a fronte di 80mila persone che, nelle consultazioni più importanti, si esprimono sulla piattaforma”.
Una variabile potrebbe essere Dibba, sempre che decida di abbracciare, e spingere, l’iniziativa casaleggiana. “Possa piacere o meno, Di Battista è stato in linea con i principi iniziali del Movimento 5 Stelle. Con il suo impegno, il progetto potrebbe essere un po’ diverso. Ma sia chiaro: non si tratta di un partito in doppia cifra, sarebbe una realtà capace di raggiungere al massimo il 4-5%”.
L’opinione di Noto è anche più severa: “Parliamo di una forza comunque marginale, non potrebbe andare oltre il 4%”. La strada, insomma, è tutta in salita. “Però - avverte un grillino che valuta l’addio ai 5 Stelle - anche all’inizio Beppe Grillo era indicato come una meteora”. Un esercizio di autoconvincimento più che un progetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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