Per la sinistra, è ormai chiaro, la figura dell'immigrato ha da tempo sostituita quella dell'operaio, che è stata centrale nel suo immaginario per tutto l'Ottocento e il Novecento. E, cosi come, allora, la violenza era legittima, giusta e positiva, se finalizzata a «liberare» il proletario, cosi oggi alcuni sembrano non andare tanto per il sottile: chi fa soffrire i migranti, la dovrà pagare. Lo abbiamo sentito diverse volte, lo si scandisce nelle manifestazioni, ma soprattutto, l'altro giorno, lo ha scritto a chiare lettere Luca Casarini, il reduce dalle mille battaglie dei centri sociali e dei no global, da qualche tempo riciclatosi d'imprenditore della immigrazione, diciamo cosi, essendo a capo di una ong. Ebbene, il nostro ormai canuto rivoluzionario, ha neanche tanto sottilmente minacciato di morte l'attuale ministro degli Interni e, già che c'era, un suo predecessore, Marco Minniti: avete goduto della protezione dei manganelli ma siete responsabili dell'orrore. E i manganelli non vi salveranno per sempre.
Che cosa significano queste parole? Un incitamento a raggiungere uno dei due, magari sotto casa, come si fece con Luigi Calabresi? Oppure attendere che finiscano il loro mandato? Oppure un giorno, Casarini e le nuove Brigate dell'immigrazione prenderanno il potere ed eserciteranno la violenza rivoluzionaria ? Quel che è certo è che, così come gli operai italiani furono troppi intelligenti per affidarsi agli estremisti rossi, così oggi i migranti sono troppo scaltri per vedere in questi vecchi arnesi del peggior Novecento i loro salvatori.
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