Caso Grillo Jr, la psicologa conferma la violenza. "Tipiche sintomatologie delle vittime di stupro"

Per l'avvocato Bongiorno la giovane nella villa è pure stata "costretta a bere"

Caso Grillo Jr, la psicologa conferma la violenza. "Tipiche sintomatologie delle vittime di stupro"

E adesso arrivano i primi riscontri. Dopo i «non so», i «non ho sentito niente», i «sembravano tranquille», nell'aula del processo a Ciro Grillo, figlio di Beppe, e ai tre amici imputati insieme a lui di stupro di gruppo arrivano le prime testimonianze destinate a pesare in modo consistente sul piatto dell'accusa. Sono i racconti di chi ha incontrato la ragazza italo-norvegese sia nelle ore successive alla notte tra il 16 e il 17 luglio 2019 trascorsa nella villa dei Grillo in Costa Smeralda, sia dei medici che l'hanno presa in carico dopo la denuncia sporta ai carabinieri. Sono testimonianze importanti perché confliggono con la tesi di fondo dei legali dei quattro giovani: secondo cui la ragazza sarebbe stata protagonista lucidamente e volontariamente di una allegra notte di sesso collettivo, salvo pentirsene una volta tornata a Milano in famiglia. Lo ripete ieri in aula uno dei quattro, Francesco Corsiglia, in una breve autodifesa: «Io non ho mai commesso alcuna violenza sulla ragazza. È stato un rapporto assolutamente consenziente. Lo ripeto: consenziente».

Invece S. non era tranquilla affatto, all'indomani della notte con i quattro. Lo racconta Marco Grusovin, l'istruttore di kitesurf che il 17 luglio ebbe la ragazza a lezione. Fu lui il primo a raccogliere le sue confidenze. «Ricordo che la ragazza mi raccontò di avere subito una violenza sessuale e di stare molto male», dichiara Grusovin. L'uomo conferma quanto aveva dichiarato ai carabinieri milanesi, ricordando che la giovane gli aveva riferito di «essere uscita in un locale e di avere conosciuto dei ragazzi, tra i 5 e i sette, non lo ricordava perché aveva bevuto (....) alla fine quattro ragazzi avevano abusato sessualmente di lei. Lei diceva che non ricordava bene perché era molto ubriaca e non sapeva neanche se fosse avvenuto di sera o di mattina». É il contrario di quanto le difese avevano cercato di dimostrare finora, descrivendo la ragazza spensierata e allegra nei giorni successivi ai fatti.

É vero che un altro testimone di quelle ore, il padrone del B&B dove la ragazza alloggiava con un'amica (anche lei ospite della festa notturna, e anche lei vittima - secondo l'accusa - delle violenze di gruppo) dice che la mattina dopo le due giovani erano tranquille: ma nelle dichiarazioni a due quotidiani aveva detto il contrario. Ma quel che conta è che dopo di lui arrivano in aula i due medici della clinica Mangiagalli di Milano che hanno curato la studentessa. Una, Vera Gloria Marelli, dice che la paziente aveva su braccia e gambe compatibili con una violenza (ma anche, precisa, «con una caduta da attività sportiva»). La psicologa Laila Micci aggiunge che nove giorni dopo i fatti la ragazza «presentava le tipiche sintomatologie delle vittime di uno stupro», che «è tuttora in cura» e che «non ha ancora superato il trauma».

«É stata una giornata importante - commenta Giulia Bongiorno che insieme al collega Dario Romano rappresenta la ragazza - perchè dopo alcune udienze inutili si è entrati finalmente nel vivo. Dalla testimonianza Grusovin abbiamo avuto la conferma che la giovane era stata costretta a bere. Questo per noi è un elemento cruciale».

Se i rapporti sessuali avvennero con una giovane non più in grado di decidere liberamente perché oscurata dall'alcool, e se oltretutto l'ubriachezza era stata deliberatamente indotta da Grillo e dai suoi amici, quella per la legge fu una violenza sessuale.

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