Caso Inps, ecco la verità sulle nostre pensioni

Lega in pressing, l'istituto verso la chiamata a riferire in Parlamento. Ma tutto dipende dalla speranza di vita

Caso Inps, ecco la verità sulle nostre pensioni
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«Al prossimo ufficio di presidenza della commissione bicamerale di controllo enti gestori chiederò ai gruppi di valutare l'opportunità di audire l'Inps». Così il presidente dell'organo parlamentare, Alberto Bagnai (Lega), intende approfondire la vicenda del software di simulazione che, a suo parere, «forniva risultati non conformi alle normative in vigore».

Secondo Bagnai, trattandosi di una materia delicata, «occorre evitare incidenti di comunicazione nel fornire ai cittadini elementi essenziali per guardare con serenità al futuro». Per quanto l'episodio possa derubricarsi nella categoria «gaffe», le ipotesi utilizzate per il simulatore non erano distanti dalla realtà. Ieri il Centro studi Unimpresa ha ricordato che la Ragioneria generale dello Stato nell'aggiornamento 2024 del volume Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario indicava esplicitamente che «qualora il livello della speranza di vita a 65 anni per il 2023, registrato sulla base dei dati provvisori, fosse confermato (...), l'adeguamento previsto con decorrenza 2027 risulterebbe di tre mesi». La medesima metodologia, prosegue, comporterebbe un «aggiornamento dell'adeguamento con decorrenza 2029 che parimenti risulterebbe di tre mesi (anziché un mese)».

Insomma, l'Inps forse si è un po' portata avanti con il lavoro anche perché occorre attendere il decreto attuativo della legge Sacconi del 2010, ma l'intendimento del Tesoro (di cui la Ragioneria costituisce la spina dorsale) è sicuramente quello di tenere sotto controllo la spesa pensionistica. Tanto più se anche l'Istat certifica un aumento dell'aspettativa di vita. Il presidente dell'istituto di statistica, Francesco Maria Chelli, aveva fatto riferimento a un aumento dell'età pensionabile a 67 anni e tre mesi nel 2027 e a 67 anni e sei mesi nel 2029.

Il combinato disposto della legge Sacconi e della legge Fornero prevede, perciò, che fra due anni, sulla base dei dati attuali, si esca tre mesi dopo dal lavoro (idem per l'anzianità con 43 anni e 1 mese). D'altronde, lo stesso rapporto della Rgs indica che la spesa pensionistica nel 2023 veleggiava poco distante dai 320 miliardi di euro, pari al 15,3% del Pil. La crescita del prodotto interno lordo fa apparire il rapporto come sostenibile, ma basta un piccolo rallentamento perché lo «spettro» del 2040 (quota 17%) si materializzi in anticipo.

Se il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è stato insignito del premio «The Banker» per la sua opera meritoria di consolidamento dei conti pubblici, il capitolo pensioni non potrà passare in secondo piano. Nel 2023 le prestazioni previdenziali dell'Inps si sono attestate a quota 16,7 milioni per 16,2 milioni di pensionati (15,2 milioni i pensionati Inps). Per ogni pensionato ha spiegato l'XI Rapporto in materia di Itinerari previdenziali (mercoledì sarà pubblicato il XII) ci sono poco più di 1,4 lavoratori attivi, un rapporto che - per ora - consente la tenuta dei conti, ma che comunque è distante da quella quota 1,5 che consente di affrontare il futuro con maggiore serenità.

Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (foto), ha

affermato che «non è nostra intenzione far crescere l'età pensionabile oltre i 67 anni: interverremo, quando sarà necessario agire, per bloccare gli aumenti». Cgil, Cisl e Uil aspettano ansiose. Giorgetti forse un po' meno.

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