Nuovi testimoni sfilano davanti agli inquirenti che indagano sul caso della violenza sessuale che una 22enne milanese avrebbe subito, come riportato in una denuncia depositata in Procura, da Leonardo La Russa, figlio minore di Ignazio La Russa. Non sono in programma in questo momento né l'audizione del giovane indagato né un secondo colloquio con la ragazza, che due giorni fa ha confermato le accuse rispondendo al pm Rosaria Stagnaro e al procuratore aggiunto Letizia Mannella.
Ieri sono stati sentiti sempre dagli investigatori della Squadra mobile, guidati da Marco Calì, nuovi testimoni definiti «secondari». Anche loro saranno comunque utili a ricostruire la notte tra il 18 e il 19 maggio scorsi in cui la 22enne sarebbe finita dopo la discoteca a fare sesso contro la sua volontà con La Russa junior in casa del presidente del Senato. La giovane la mattina dopo non ricordava nulla delle ore precedenti, tanto da sospettare di essere stata drogata con una sostanza simile alla droga dello stupro (dopo aver assunto cocaina volontariamente).
Intanto vengono definite «interessanti» in ambienti investigativi le testimonianze rese due giorni fa in Questura da due amiche e da una conoscente della ragazza che ha denunciato. Due di loro erano presenti alla serata. Il ragazzo di 21 anni resta l'unico iscritto nel registro degli indagati, mentre è ancora al vaglio la posizione di dj Nico, che, secondo il racconto della querelante, avrebbe partecipato allo stupro. In ambienti giudiziari viene ribadito che non è stato sequestrato il telefono di Leonardo La Russa, anche alla luce delle difficoltà di un atto istruttorio di questo tipo legate alla titolarità del cellulare e alla carica istituzionale del padre.
Per ora l'esame dei filmati delle telecamere di sorveglianza installate nei dintorni del club esclusivo dove i due ragazzi si sono rivisti e lungo il tragitto verso casa La Russa e nei pressi dell'abitazione del senatore di Fdi, non ha restituito immagini utili alla ricostruzione. Neppure le immagini delle telecamere del locale sarebbero di supporto alle indagini.
La denuncia infatti è arrivata circa quaranta giorni dopo i fatti e nel frattempo i file della discoteca sarebbero stati sovrascritti con nuove immagini. Difficile dunque stabilire se la presunta vittima fosse in stato di alterazione psicofisica nel momento in cui si è allontanata in compagnia dell'ex compagno di liceo.
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