Ci sono già quasi 7 milioni di italiani che hanno prenotato un aiuto dallo Stato. Tante sono le domande faticosamente ricevute dall'Inps dopo gli ingorghi informatici dei giorni scorsi. Ma tra le ricezione delle domande e l'erogazione dei soldi c'è di mezzo il mare. Nel mirino c'è sempre l'istituto pensionistico e i primi a suonare l'allarme sono i consulenti del lavoro, che denunciano la lentezza del sistema che processerà questa mole di domande.
I consulenti del lavoro chiedono di eliminare ogni tipo di accordo o informativa sindacale, cosa che il primo decreto Cura Italia prevedeva solo per le imprese al di sotto dei sei dipendenti. Per i consulenti del lavoro comunque, i sindacati vanno informati ma raggiungere l'accordo non è obbligatorio.
L'Inps al momento ha ricevuto 3,5 milioni di domande per più di 6,806 milioni di beneficiari. Il grosso delle domande riguarda i 600 euro per lavori autonomi e partite Iva e la cassa integrazione, ma ci sono anche 190.243 domande per i congedi parentali e 31.480 domande per i voucher baby sitter. Il timore è che l'ingolfamento di domande da processare possa sforare i tempi stabiliti e dunque non far arrivare a tutti i richiedenti il sussidio entro la scadenza del 15 aprile. «Anche perché -sottolinea il docente di politiche economiche presso l'Università euopea Gianluca Timpone- quasi metà degli uffici regionali del lavoro non ha ancora approntato le procedure operative per la cassa integrazione».
Il contraccolpo potrebbe essere serio per molte famiglie, che rischiano di veder arrivare il primo assegno dell'ammortizzatore sociale solo alla fine di maggio. «Tridico sta tradendo il Paese e Conte e la Catalfo, che lo tengono lì, vanno denunciati insieme a lui -attacca il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri- Rispondano a minuti sul disastro Inps. Bisogna commissariare l'Istituto, far funzionare gli apparati informatici e registrare le domande di cassa integrazione, altrimenti nessuno prenderà un euro»
Colf e badanti. Con il nuovo decreto dedicato alle imprese andato ieri in Consiglio dei ministri è arrivata anche qualche novità per le famiglie, in attesa del decreto di aprile, cioè la norma che dovrebbe correggere e integrare il «Cura Italia» di marzo e che dovrebbe contenere, promette il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, l'estensione della cassa integrazione per colf e badanti che potrebbe riguardare fino a un milione di famiglie che hanno collaboratori domestici in regola, in particolare le 200mila che li impiegano a tempo pieno.
Professionisti. Secondo i calcoli pubblicati dal Sole24Ore, è salita a 552mila il numero dei professionisti che potrebbe aver diritto al sussidio di 600 euro legato al calo di fatturato, finanziato attraverso le proprie casse previdenziali di categoria che attingeranno al Fondo di ultima istanza. Il problema è che al momento lo stanziamento resta quello deciso con il Cura Italia, pari a circa 200 milioni. Ma le domande già arrivate fanno salire il conto a oltre 333 milioni di euro. Il 40 per cento dei professionisti sarebbe senza copertura. Esclusi di sicuro architetti e ingegneri perché il loro ente, Inarcassa, ha fatto sapere di non avere i dati reddituali degli iscritti. Al momento, la bozza del decreto imprese prevede solo un divieto di accesso ai 600 euro per chi, oltre al reddito professionale, percepisce già una pensione.
Bollette. Dal Pd arriva la richiesta di inserire nel prossimo decreto anche una sospensione per tre mesi dell'invio di bollette di luce, gas e acqua. Al momento però rimane in vigore solo uno stop ai distacchi fino al 13 aprile, che però non evita che scatti la morosità.
Mutui. Prorogato fino al 31 dicembre 2020 il tempo utile per vendere l'immobile acquistato come prima casa senza perdere i benefici fiscali se nel frattempo si è acquistata un'altra abitazione.
La platea di chi può richiedere la sospensione del mutuo si allarga a comprendere anche i prestiti accesi da meno di un anno.Imu. Il decreto imprese riconosce ai Comuni la facoltà di rinviare l'incasso della rata Imu del 16 giugno.
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