L'iscrizione all'anagrafe di due richiedenti asilo da parte del Comune di Bologna ha sollevato un vero e proprio caso politico. Di fatto la sentenza del tribunale del capoluogo emiliano che autorizza l'iscrizione anagrafica ha scatenato la reazione del ministro Salvini. Il verdetto infatti va a ribaltare le direttive del dl Sicurezza. Il ministro su quanto accaduto a Bologna è stato chiarissimo: "Sentenza vergognosa, se qualche giudice vuole fare politica e cambiare le leggi per aiutare gli immigrati, lasci il Tribunale e si candidi con la sinistra. Ovviamente faremo ricorso contro questa sentenza, intanto invito tutti i Sindaci a rispettare (come ovvio) la Legge".
E a sostegno della tesi del vicepremier del Carroccio arriva anche un verdetto della Cassazione. La Suprema Corte di fatto sottolinea che le nuove norme "in materia di permessi umanitari contenute nel decreto Sicurezza entrato in vigore lo scorso 5 ottobre devono essere applicate a tutti i giudizi in corso". Un'indicazione questa che va contro quanto già affermato dalla stessa Corte di Cassazione in un'altra sentenza del 19 febbraio scorso. In quel caso la Suprema Corte aveva sottolineato che le norme contenute nel dl Salvini non sono retroattive. Insomma dal punto di vista giuridico c'è una sorta di cortocircuito che rischia di imbrigliare i giudizi pendenti. Il nuovo orientamento giurisprudenziale che ha fornito oggi la Cassazione è arrivato con tre ordinanze interlocutorie depositate oggi.
I giudici inoltre hanno trasmesso gli atti al primo presidente Giovanni Mammone per "l'eventuale assegnazione" alle sezioni unite. Da questo ultimo orientamento della Corte arriva un assist che riabilita il dl Salvini e che di fatto potrebbe disinnescare la decisione del tribunale di Bologna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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