La causa del rogo della torre dei Moro: risparmi da 95 centesimi sugli isolanti

Chiuse le indagini sul grattacielo distrutto dal fuoco un anno fa. La Procura: materiali infiammabili. In 18 verso il processo

La causa del rogo della torre dei Moro: risparmi da 95 centesimi sugli isolanti

Milano. «L'indagine ha disvelato scenari inquietanti e al contempo istruttivi», scrivono il procuratore Marcello Viola e la sua vice Tiziana Siciliano. Eh sì: perchè parlano dell'inchiesta appena conclusa sul rogo che il 29 agosto dell'anno scorso distrusse il palazzo che svettava con i suoi sedici piani su via Antonini, all'entrata sud della città. Solo per caso morì solo un gatto. L'indagine, dicono i pm milanesi, ha messo alla luce una lunga serie di responsabilità. E a colpire è soprattutto la disinvoltura con cui venne ignorato un drammatico, recente segnale d'allarme: «É infatti emerso che materiali identici e stesse tecniche di messa in opera, che trasformavano il palazzo di Milano in una torcia, sono utilizzati in Italia e in altri paesi: la tragedia del 2017 della Grenfell Tower di Londra (con i suoi 72 morti, ndr) fu dovuta ai rivestimenti della facciata con pannelli Acp, identici a quelli della torre di via Antonini».

Ieri la conclusione delle indagini, che prelude alla richiesta di processo, viene comunicata a quindici dei diciotto indagati per disastro colposo. Nell'elenco ci sono il titolare della Moro Costruzioni, che ha realizzato la torre, la venditrice, i vigili del fuoco che certificarono i lavori, alcuni manager della società committente, sei funzionari della ditta che realizzò i rivestimenti, e il titolare della azienda che vende le coperture in Acp (Alluminium composite panel) prodotti dalla spagnola Alucoi, anch'essa sotto inchiesta. Si legge negli atti finali dell'inchiesta: «La negligente, trascuratezza e l'imperizia (...) si spinse al punto di non chiedere né etichettature, né validi attestati di omologazione, né schede tecniche o alcuna certificazione di classe di reazione al fuoco di quei pannelli (di cui erano privi)». Secondo quanto emerge dalle carte depositate ieri dietro il rogo di via Antonini non c'è solo, purtroppo, la negligenza, la superficialità. C'è anche la scellerata voglia di risparmiare. Sul mercato erano disponibili altri pannelli di rivestimento, sicuri, certificati. E gli indagati lo sapevano: il 21 maggio 2019 in una mail si legge che i pannelli concorrenti costano di più, «per la precisione 1,10 euro al metro quadro, però così è a norma». Invece la scelta fu di abbattere i costi. Così vennero scelti i pannelli «imbottiti di polietilene - scrive la Procura - montati in sospensione col vuoto restrostante, con decine di camini verticali, a contatto con gli stessi pannelli altamente combustibili».

Il fattore scatenante, un mozzicone di sigaretta, diventa quasi irrilevante: l'incredibile è che abbia potuto in breve tempo incendiare un palazzo di sessanta metri.

Non è stata una tragedia solo perchè era agosto, e molti appartamenti erano vuoti: «La conclusione delle indagini preliminari - dice il legale dei residenti della Torre del Moro, tra cui il cantante Mahmoud - confermano che gli inquilini del condominio di via Antonini hanno vissuto per oltre un decennio in un edificio vulnerabile che avrebbe potuto mettere a repentaglio la loro vita in qualsiasi momento».

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