
Nei meandri di internet c'è un sito che raccoglie centinaia di webcam e telecamere. Molte sono innocue, come quelle meteo per vedere che tempo fa al mare o quanta neve c'è in montagna. Ma una buona fetta no. Si tratta di immagini spesso di luoghi sensibili e soprattutto privati. Il portale si chiama «Insecam» e raccoglie migliaia di telecamere in tutto il mondo. Le cataloga per città, tipologia e Paese. Al primo posto per telecamere disponibili ci sono gli Usa seguiti poi dal Giappone. Insecam, che ha i suoi server in Russia, esiste dal 2005 ma ha avuto una serie di trasformazioni nel tempo. Nel 2014 il Regno Unito si era lamentato con Mosca, il sito era sparito per qualche giorno, ma poi era tornato col suo elenco.
Ad accendere il faro sulla piattaforma ci ha pensato il giornalista americano Christophe Haubursin che ha studiato il caso statunitense e le decine di telecamere in giro per New York. Ma in questa inquietante classifica c'è anche l'Italia, terza al mondo e prima a livello europeo con quasi 200 occhi accessibili a tutti.
Solo a Milano sono attive una trentina di queste camere. Ma sfogliando le immagini si notano luoghi in tutta la Brianza e oltre. Il campionario è molto vario, si vedono vialetti di casa, porte di ingresso a palazzi, sale d'attesa, parcheggi sotterranei, stalle, zone industriali. Un elenco inquietante che espone persone alla mercé non solo del sito russo, ma di tutti. Si possono osservare operai al lavoro, auto parcheggiate e relative targhe in bella vista, via vai di persone davanti a negozi e appartamenti. La piattaforma fornisce le coordinate delle telecamere, ma chi gestisce il sito fa sapere che sono indicative e imprecise. Eppure in alcuni casi è stato possibile individuare con precisione il luogo del filmato, addirittura le stesse telecamere che filmano quanto trasmesso da Insecam. Basta qualche punto di riferimento e il gioco è fatto.
Ma com'è possibile una tale invasione di privacy? E quanto è legale tutto questo? Lo spiega lo stesso portale. Per prima cosa i russi fanno sapere che vengono proposte solo telecamere di sicurezza e non dispositivi pc. E che le telecamere non sono state hackerate ma scoperte perché vulnerabili. Tutti questi dispositivi sono delle IP camera, cioè dei sistemi connessi a internet che possono essere controllati da remoto. Ma senza una password sicura e un software aggiornato sono esposti ad occhi digitali indiscreti.
In teoria, fanno sapere i russi, si può chiedere la rimozione della propria camera dall'elenco, ma questo non garantisce la privacy dato che sarebbe sempre rilevabile. Haubursin nel suo lavoro ha provato a fare una stima di quante sarebbero le persone coinvolte e ha scoperto uno studio condotto da un team di ricercatori americani e cinesi del 2018.
Nel paper si evidenzia che in soli quattro anni il portale ha ospitato qualcosa come mezzo milione di queste telecamere. Un grande fratello occulto che negli anni ha creato un pubblico sempre più vasto ma soprattutto esposto la privacy di migliaia di persone.
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