Al centrodestra 500 seggi ma la maggioranza è un risiko

Per governare servono altri 50 deputati e 25 senatori Ai grillini oltre 330 parlamentari. Il Pd crolla al 18,7%

Al centrodestra 500 seggi ma la maggioranza è un risiko

Lo tsunami ha cambiato la morfologia del quadro politico italiano. Per disegnare le mappe e cercare di orientarsi, anche in vista di delicati passaggi come l'elezione dei presidenti delle Camere e la formazione di un governo, occorrerà ancora qualche giorno. Anche perché il dato di fondo è che non c'è una maggioranza parlamentare. Per tracciare un primo bilancio di quanto avvenuto il 4 marzo ci si può serenamente affidare a numeri e proiezioni.

In primo luogo, l'affluenza è stata di oltre due punti percentuali inferiore al 2013 scendendo dal 75,2% al 72,9. Il primo partito è il Movimento Cinque Stelle. Alla Camera ha ottenuto il 32,6% conseguendo circa 2 milioni di preferenze in più rispetto a cinque anni con 10,7 milioni di voti circa. Al senato è al 32,2% con 9,7 milioni di voti, cioè 2,5 milioni in più sul 2013. Con buona pace delle stime secondo le quali sarebbero soprattutto le giovani generazioni a preferire i pentastellati.

Il centrodestra è la prima coalizione: la Lega ha superato Forza Italia. Al partito di Matteo Salvini è andato il 17,4% dei consensi passando da 1,4 milioni di voti a 5,7 in cinque anni. Bene Fratelli d'Italia che ha più che raddoppiato le preferenze a 1,4 milioni di voti conseguendo il 4,3 per cento. Per Forza Italia (14% alla Camera e 14,4% al Senato) non è possibile un confronto perché nel 2013 si presentava come Pdl e il partito subì la scissione degli alfaniani, poi parzialmente riconfluiti in Noi con l'Italia-Udc che però si è fermato all'1,3% a Montecitorio e all'1,2 a Palazzo Madama, conquistando circa 400mila voti.

L'«emorragia» del Pd (18,7% alla Camera e 19,1% al Senato) ha costretto Renzi alle dimissioni alla moviola. È l'altro elemento indicativo delle elezioni: oltre 2,5 milioni di voti si sono volatilizzati e +Europa di Emma Bonino non è stata in grado di contribuire alla tenuta (2,5% e 830mila voti a Montecitorio), mentre Civica Popolare di Lorenzin e Insieme (socialisti, verdi e prodiani) hanno percentuali da prefisso telefonico, 0,5 e 0,6% rispettivamente. LeU è stato l'altro bluff elettorale: la formazione di Grasso, Bersani e D'Alema ha preso il 3,4% e poco più di 1,1 milioni di voti. Potere al popolo ha raggiunto l'1,1% e Casapound si è arenata allo 0,9 per cento: entrambe entrano nel novero delle liste di testimonianza, non avendo superato lo sbarramento.

Secondo una elaborazione di YouTrend per SkyTg24, il centrodestra raccoglierebbe 267 seggi alla Camera (124 alla Lega, 104 a Forza Italia, 33 a Fratelli d'Italia, 6 a Noi con l'Italia) e 136 al Senato (57 seggi a testa per Lega e Fi, 17 a Fdi, 5 a Nci). M5S potrebbe contare su 228 deputati e 113 senatori, mentre il centrosinistra avrebbe 118 deputati (109 del Pd, 9 agli alleati) e 59 senatori (53 del Pd, 6 dei suoi alleati). Liberi e Uguali avrebbe, infine, 14 deputati e 5 senatori.

L'analisi dei flussi elettorali è ancora in fase embrionali ma, secondo le elaborazioni dell'Istituto Cattaneo, M5S avrebbe acquistato voti dal Pd ma, nelle città del Nord e del Centro, subisce significative perdite che favoriscono principalmente la Lega. Al Sud i pentastellati, che si sono avvicinati al 50% avrebbero drenato voti nel centrodestra. Lo studio di Swg, invece, mostra che il Pd avrebbe pagato a caro prezzo il travaso di oltre un terzo dei consensi dispersi tra M5S (16,8%), +Europa (3,4), LeU (4%) e, addirittura, il centrodestra con un 8,4% che viene dirottato dal Nazareno a via del Plebiscito o a via Bellerio. Anche Fi subisce una trasfusione elettorale.

Meno di un quarto dei voti del vecchio Pdl, invece, si sarebbe redistribuito tra Lega e Fdi, mentre un 7% sarebbe passato a M5S che ha pescato un quinto di coloro che nel 2013 si erano astenuti. Nei prossimi giorni il quadro sarà ancora più chiaro.

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