Non è la prima volta che il Movimento 5 Stelle elegge un sindaco e, nel giro di poco tempo, scoppiano le polemiche tra il primo cittadino pentastellato e la leadership del Movimento, che fino a ieri era rappresentata da Grillo e Casaleggio (vedremo ora cosa accadrà con il nuovo "Direttorio"). Il primo clamoroso dissidio è stato quello con Federico Pizzarotti, sindaco di Parma. Entrato in disaccordo con Grillo, tra i due ormai i rapporti sono molto tesi. Ora tocca a Filippo Nogarin, da pochi mesi sindaco di Livorno. Critico nei confronti delle "espulsioni" operate dal Movimento, Nogarin ha manifestato su Facebook la propria insoddisfazione, soffermandosi sulle espulsioni di Paola Pinna e Massimo Artini: "La democrazia diretta necessita di poche regole chiare, altrimenti rischia di trionfare la logica della vendetta e delle guerre tra bande". Il primo cittadino livornese, in particolare, punta il dito contro il mancato passaggio assembleare, visto che il "bottone" dell’espulsione è stato attivato dal blog e non dai parlamentari. "In precedenza per situazioni simili - spiega - i gruppi parlamentari di Camera e Senato si riunivano in seduta congiunta prima di mettere il quesito al voto sul portale. In questo caso qualcuno ha deciso diversamente". Da qui la richiesta di tornare indietro sulla votazione, ripetendola secondo quanto previsto da Statuto. "Credo che il rispetto delle regole - spiega Nogarin - specialmente per scelte di questo calibro sia essenziale. Rivedere questa inopportuna scelta, non fosse altro che per seguire l’identico iter, è quello che mi aspetto e come me centinaia di attivisti che mi hanno telefonato in questa strana serata di fine novembre".
Nogarin non è il solo, a Livorno, a contestare Grillo. Con lui c'è la compagna, Anna Mainardi, "tesoriera" del Movimento nella città labronica. La donna si è unita ad altri attivisti (in tutto una cinquantina) andando a manifestare davanti alla villa di Grillo a Marina di Bibbona (Livorno).
L'assedio alla villa di Grillo
Sei deputati, che di certo non figurano tra i dissidenti storici, hanno preso l'auto e si sono diretti verso Bibbona, raggiungendo la casa del leader. Ecco i loro nomi: Massimo Artini, Marco Baldassarre, Tatiana Basilio, Federica Daga, Silvia Benedetti e Gianluca Rizzo. Un altro loro collega, Samuele Segoni, era sul posto già dal pomeriggio. Con lui una cinquantina di grillini. Dopo qualche ora di assedio Grillo chiama la polizia. A fatica i grillini arrabbiati riescono a parlare con il capo. "Gli abbiamo spiegato chi eravamo – racconta Segoni –. È venuto al cancello e ci ha parlato da lì".
Ma nessun passo indietro sulle espulsioni: "Pareva un dialogo tra sordi", precisa Segoni. Dopo un po', verso le ore 20, sono arrivati i sei deputati. Grillo aspetta un'ora prima di aprire il cancello e farli entrare.
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