Chat della vergogna con foto di lager e Hitler. Germania sotto choc, sospesi 29 poliziotti

In 14 rischiano il licenziamento. Il ministro del Reno Vestfalia: "Orrore"

Chat della vergogna con foto di lager e Hitler. Germania sotto choc, sospesi 29 poliziotti

«Una vergogna per la polizia». Il ministro degli Interni del Nord Reno-Vestfalia (NRW), Herbert Reul, era visibilmente scosso quando ha condannato lo scandalo che ha colpito la polizia renana. Ventinove fra poliziotte e poliziotti del più grande Land tedesco sono stati sospesi dopo che un'indagine interna ha svelato comportamenti incompatibili con il loro giuramento di fedeltà alla Costituzione tedesca e 14 di loro sono destinati a perdere il lavoro. Gli agenti sospesi erano coinvolti in cinque diverse chat di estrema destra su WhatsApp. All'interno dei gruppi, fondati fra il 2012 e il 2015, venivano condivise immagini con svastiche, volti di Adolf Hitler, fotomontaggi con i rifugiati mediorientali rappresentati all'interno dei forni crematori nazisti.

I file sono stati scoperti da altri colleghi poliziotti nel corso della perquisizione di 34 abitazioni private e di numerose stazioni di polizia in NRW. «Questo è il modo peggiore e il più ripugnante di istigare all'odio», ha aggiunto Reul, sottolineando come quelli in arrivo da Hamm, Aachen, Essen e Mülheim «sono troppi per parlare di casi individuali». Così il politico cristiano democratico ha annunciato la creazione di un commissario speciale per lo sradicamento dell'estremismo di destra dal seno della polizia. Fra i 29 sospesi, ha confermato il ministro, ci sono anche agenti «provenienti da un contesto migratorio». Quello renano non è il primo caso di poliziotti vicini ad ambienti dell'estremismo politico. In Baviera nel 2019 è diventata nota una chat per la condivisione di messaggi di odio anti-islamico. Lo scorso febbraio, in Baden-Württemberg avevano fatto notizia sette allievi di polizia che scambiavano online materiale ispirato al Terzo Reich. In Assia, poliziotti collusi con la destra radicale sono stati individuati durante le indagini sul «Nsu 2.0», dal nome siglato su oltre un centinaio di lettere minatorie inviate a politici locali e a giudici tedeschi fra la fine del 2018 e l'inizio del 2019. Da Essen, una delle città renane coinvolte nell'ultimo scandalo, è giunto il commento di Franck Richter, capo della polizia regionale.

Richter si è detto stupito di come nessuno dei poliziotti coinvolti nelle chat si sia mai rivolto a un superiore per denunciare l'esistenza dei contenuti illegali. Per Michael Maatz, numero due del più grande dei sindacati di polizia in Germania, GdP (200 mila iscritti), «la lotta contro l'estremismo di destra fa parte del DNA della polizia e la presenza di funzionari che condividono contenuti estremisti di destra e xenofobi nelle chat è intollerabile».

Diverso il commento della sigla DpoIG (100mila iscritti), che, nel «prendere chiaramente le distanze» dai fatti renani ha ricordato che «la polizia è anche uno specchio della società e la maggioranza assoluta dei colleghi vive e incarna questi valori. E la presunzione di innocenza deve valere anche per gli agenti accusati».

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