La minaccia che fa tremare tutti i 5 Stelle

I bonifici delle restituzioni raddoppiano dopo l'avvertimento: "Chi vuole assumere un incarico nel Movimento deve essere in regola". Ripartono le guerre interne

La minaccia che fa tremare tutti i 5 Stelle

A volte alzare la voce serve. Ma se si torna sui propri passi solo dopo una velata minaccia, allora il dietrofront diventa solo un'operazione di facciata per badare ai propri interessi. Sta andando più o meno così nel Movimento 5 Stelle, le cui casse hanno iniziato a soffrire soprattutto dopo lo strappo con l'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio. Al M5S servono fondi, inutile negarlo: la necessità di risorse economiche non è più un tabù. I timori dei vertici sono stati ormai palesati e non a caso è arrivato il via libera al 2xmille. Ma la situazione tra i grillini è ben più complessa, tanto che sono già ripartite le guerre interne.

Quella "minaccia" ai 5S

A far sobbalzare dalla sedia molti pentastellati sono state le parole di Claudio Cominardi. Non è un semplice esponente, la cui posizione magari potrebbe anche passare inosservata. Si tratta del tesoriere del M5S che, nel corso dell'assemblea dei gruppi che si è svolta sulla piattaforma Zoom, avrebbe lanciato un avvertimento chiarissimo. "Tutti coloro che intendono assumere un incarico nel Movimento devono essere in regola", sarebbe stato in sostanza il monito lanciato.

I parlamentari che non versano i soldi delle restituzioni "stanno creando un danno". Il che "determina un problema" e quindi "se si mettono in regola il prima possibile è meglio per tutti". Il succo del discorso può essere tradotto così: i ritardatari e i morosi rischiano di finire fuori dai posti importanti del nuovo corso targato Giuseppe Conte. In molti l'hanno vista come una sorta di minaccia, che infatti ha spinto una folta pattuglia di grillini ad adoperarsi per evitare conseguenze.

Non a caso negli ultimi tempi la situazione finanziaria del M5S è lentamente migliorata. A fornire un'importante fotografia è il Corriere della Sera, secondo cui "a settembre i bonifici hanno superato quota 350 (a ottobre sono stati 222)". Un dato interessante se si considera che ad aprile - dopo il divorzio con Rousseau - sui conti dei 5 Stelle "venivano accreditati 168 bonifici dei pentastellati". Un importante cambio di passo dettato dalla nuova linea Conte o una semplice conseguenza per aspirare a chissà quale incarico?

Le guerre interne

Il dibattito interno sulle restituzioni è tornato ad animarsi, scatenando l'ennesima guerra interna. "Servirebbe maggiore chiarezza da parte di chi ha smesso da mesi di restituire. Se una persona vuole partecipare alla vita del M5S deve seguire le regole che ci siamo dati, altrimenti può tranquillamente dimettersi", è lo sfogo di un grillino riportato dal Corriere. A dividere il Movimento è stato anche il fronte del 2xmille: è vero che in assemblea è emerso che la stragrande maggioranza dei presenti ha confermato la disponibilità ad abbracciare questa novità, ma non può passare inosservato il dissenso di alcuni big.

Ad esempio Danilo Toninelli teme che in tal modo il M5S faccia la fine della casta, dotandosi di una struttura tipica di un partito e accedendo a quella che viene considerata una forma finanziamento pubblico indiretto.

Scettica anche Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili, che aveva già manifestato perplessità "in sede di Commissione quando si introdusse questo meccanismo per finanziare i partiti".

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